Gori, doppio dolore
«Mi perdo Buffon»

«Al medico che mi soccorreva ho detto di aspettare, che mancavano pochi minuti alla fine del primo tempo, che si poteva provare...»

«Ci sono due partite che non avrei mai voluto saltare. E invece le salterò tutte e due». Stefano Gori, portiere del Como, racconta il suo infortunio di domenica a Monza. E comincia dalla... beffa: «Non avrei mai voluto saltare le partite con il Pisa,per ovvi motivi (in nerazzurro ha giocato ed era diventato un idolo dei tifosi, ndr), e con il Parma. E invece le salterò tutte e due. Speriamo nel ritorno...».

Il motivo dell’attesa per la sfida con il Parma è scontata: «Gigi Buffon è un modello per tutti quelli che fanno il mio mestiere. Una guida, un icona. Sarebbe stato bello ed emozionante incontrarlo. Peccato». Invece si muove zoppicando, con una coscia dolorante, dopo la lesione muscolare rimediata a Monza. «Adesso sto molto meglio, rispetto a solo due giorni fa. Dopo l’incidente facevo persino fatica a stare in piedi. Adesso cammino. Tanto che...». Gori in cuor suo spera che l’entità dell’infortunio sia meno seria di quanto emerso sino a qui: «Incrocio le dita. Mancano ancora degli esami di approfondimento. C’è un’ipotesi seria, ma io credo che starei più male se fosse confermata quella diagnosi. Spero di avere buone notizie».

Ripercorre le fasi dell’incidente: «Sono andato a calciare la palla e ho sentito il dolore. Qualcuno ha pensato che fosse per colpa del contatto dei tacchetti con il terreno, invece io la palla l’ho calciata. C’è anche un piccolo mistero, perché non capisco come abbia fatto un tacchetto a sradicarsi dalla scarpa». Non ha capito subito che si trattava di una cosa seria: «Al medico che mi soccorreva ho detto di aspettare, che mancavano pochi minuti alla fine del primo tempo, che si poteva provare ad arrivare all’intervallo. Ma quando mi sono alzato in piedi... ciao. Altro che restare in campo...». Hanno colpito le sue lacrime in tv: «Non so nemmeno io se erano per il male, per lo spavento o per la delusione. Da allora continuo a ripetere che non me lo meritavo». Già a Pisa aveva avuto un grave infortunio alla spalla: «Sì, ma quello era stato un infortunio molto più serio. Ero stato fuori mesi». Si è parlato anche del fatto che la lesione avrebbe colpito una parte del muscolo dove era presente una vecchia cicatrice: «Non è esattamente così. Nel senso che sì, lì mi ero fatto male quando avevo 14 anni, ma una cosa lieve. Non credo che ci sia un nesso o una correlazione».

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