Il Como in silenzio
Nessuna replica a Corda

Michael Gandler sia ieri che l’altro ieri, ha mantenuto la stessa linea, facendo sapere di non voler rispondere

«La società non ha niente da dire». Le bombe lanciate da Ninni Corda non hanno smosso di una virgola il nuovo Como. Michael Gandler sia ieri che l’altro ieri, ha mantenuto la stessa linea, facendo sapere di non voler rispondere, di non avere nulla da commentare. Corda ha vivacemente contestato il modo in cui la nuova proprietà ha scelto di mandarlo via, ovvero con una lettera di licenziamento. Quando, dice lui, da parte sua c’era stata persino l’impressione sino a un paio di settimane fa, che si potesse anche proseguire il lavoro insieme.

Corda tra l’altro, per via della sua squalifica che gli impediva di essere assunto come allenatore, era stato assunto dalla proprietà precedente a tempo indeterminato come impiegato. Qualifica formale, evidentemente. Ma la sua posizione reale era questa. E la società appunto non ha ritenuto di dover dare spiegazioni pubbliche, così come del resto non era stata resa nota in via ufficiale la decisione di licenziarlo, pur avendo fatto abbastanza chiaramente capire ormai da un po’ che le scelte tecniche sarebbero state tutt’altre.

E dopo la scelta di Marco Banchini di non rispondere, perlomeno non pubblicamente, alle pesanti accuse rivolte a lui - «le dinamiche dello spogliatoio le conoscono tutti, se ho qualcosa da dire lo dico di persona», il suo unico commento -, chiedono di non rispondere sull’argomento anche alcuni giocatori. Forse anche un po’ su suggerimento della società, ma due giocatori del “gruppo dei grandi” - come li ha definiti Corda sostenendo che a pensarla come lui non ci fossero solo Anelli, Borghese e Gentile -, hanno preferito evitare di esprimere giudizi, non schierandosi né da una parte né dall’altra. «Per favore parliamo solo del futuro», ha detto Alessandro Gabrielloni. E gli ha fatto eco Silvano Raggio Garibaldi, «queste polemiche non mi piacciono, preferisco non parlarne».

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