Il frontaliere del basket
Iannitti bis a Bellinzona

Doppio ruolo per il 50enne tecnico di Camnago Volta, che allena in Ticino dal 2010 ininterrottamente: «Coach della serie B e responsabile dei giovani»

Cristiano Iannitti è il portabandiera dei frontalieri comaschi del basket. Il 50enne tecnico di Camnago Volta allena infatti in Ticino dal 2010 in maniera ininterrotta: esperienze importanti a Vacallo in Lna, poi per otto anni a Massagno tra Lna e giovanili, fino all’ultimo ruolo nella Rpm Mendrisiotto.

Ora però un nuovo capitolo nella squadra femminile a Bellinzona. Come mai questa nuova avventura?

«Mi è stata fatta questa proposta interessante, sotto tanti punti di vista – spiega Iannitti -. Oltre ad allenare un campionato nazionale come la serie B, infatti, sono anche responsabile del settore giovanile. La società ha ottenuto dei risultati importanti a livello giovanile e questo aspetto della formazione mi piace».

Fra l’altro Bellinzona aveva avuto in panchina un altro comasco, Aiolfi, quattro anni fa in serie A. Dovrai però calarti nei panni della femminile. «E’ un mondo nuovo per me, ma è una sfida e un’esperienza che mi piace. L’obiettivo non nell’immediato è tornare in serie A, facendo crescere le ragazze».

Come mai un allenatore italiano decide di stabilirsi oltre confine?

«Ci sono tanti fattori – dice l’ex coach di Minibasket Comense, Alebbio Como e Pallacanestro Como -. E’ vero che la pallacanestro italiana ha qualcosa in più a livello di potenzialità. Però in Svizzera sono riuscito a costruirmi una mia realtà. Sono stato assistente di allenatori importanti come Pasquali e Pastore, ho potuto formare dei giocatori che stanno facendo carriera, ho fatto un percorso di licenze che mi ha portato ad allenare in Nazionale, e collaboro con la Federazione. Tutto questo è stimolante. Mi sono trovato in una realtà che mi ha dato la possibilità di lavorare a un certo livello».

Senza dimenticare l’aspetto economico della faccenda, che non è secondario. «Dal punto di vista contrattuale, è più interessante e hai più garanzie rispetto all’Italia. Io che alleno da professionista troverei poche realtà così in Italia e non vicine a casa».
S.Cle.

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