Il Pianella di Sacripanti
«È casa mia. Che magia»

I ricordi dell’allenatore canturino dello storico palazzetto che Cantù sta per lasciare per trasferirsi a Desio.

«Da giocatore del settore giovanile il Pianella ha rappresentato un luogo di ritrovo quasi sacro sia per me sia per i miei compagni. Lì, infatti, erano protagonisti i nostri eroi della serie A. E noi, rapiti ed estasiati, ci fermavano a osservarli durante gli allenamenti. Il Pianella resta il posto in cui ho trascorso più tempo in assoluto. Gran parte della mia vita si è consumata dentro quelle lamiere. Perché dopo aver presto smesso di giocare ho iniziato subito ad allenare guidando via via tutte le formazioni giovanili». Così Pino Sacripanti risponde a chi gli chiede un ricordo di ciò che per lui ha rappresentato - e rappresenta - il Pianella.

«Posso rivelare con estrema sincerità - puntualizza - che il mio ricordo del Pianella è legato più a quegli anni che non a quelli di capo allenatore della prima squadra. Perché quell’esperienza ha contraddistinto la mia infanzia, la mia crescita, la mia educazione e ha rappresentato una scuola di vita. Ribadisco, indimenticabile. L’emozione e il calore che ritrovi lì dentro sono davvero grandiosi e difficilmente replicabili. Riesce a trasmetterti un’energia e una carica tali da farti ritenere possibile qualsiasi impresa».

L’articolo completo sulla Provincia di sabato 21 maggio

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