Il ritorno di “Ai lov dis gheim”
Ovvero la versione di Gianni

La rubrica di Corsolini è la più longeva di quelle de La Provincia

Che la trasferta di Pesaro destasse, alla vigilia, un bel po’ di preoccupazione nello staff di Cantù, come mi aveva raccontato Ciccio Della Fiori, era decisamente prevedibile: oggi Pesaro è senza dubbio la rivelazione del campionato. Squadra ben equilibrata in tutti i ruoli, con uomini esperti, ma anche giovani di indubbia classe, capace di ottimi risultati compreso il raggiungimento della Final Eight di Coppa Italia.

Ma non ero pronto a vedere la squadra che ho visto in tv. Giocatori arrendevoli, dal primo minuto all’ultimo. Eccetto Procida, ho visto alternarsi in campo diversi giocatori, ma nessuno con un briciolo di quella giusta cattiveria che va messa in campo sempre, quando giochi contro le squadre forti o contro le squadre deboli, perchè rappresenta la tua voglia di fare il meglio e di onorare l’avversario, la partita, i tuoi tifosi e soprattutto te stesso.

Dote che aveva in abbondanza un certo Dado Lombardi, la cui scomparsa mi ha profondamente colpito: a Cantù l’avete conosciuto soprattutto come allenatore istrionico, io ancora me lo ricordo come giocatore: tiratore devastante, personalità da vendere. Il fisico non era particolarmente atletico, c’era solo la stazza, ma decisamente intimidiva con il carattere, e infatti fu scelto nel quintetto ideale alle Olimpiadi di Roma, e vi assicuro che non fu per un omaggio alla Nazione ospitante: si parlava di portarlo nella Nba.

Aveva 19 anni, proprio come il nostro Procida. E registro con piacere che in questa annata agonistica così strana, non c’è solo Procida a farci sobbalzare con le sue giocate entusiasmanti, ma oltre a Pecchia tanti altri giovani che promettono bene per la Nazionale: i vari Totè, Chillo, Akele, Piccin, Casarin, Moretti e questo Giordano Bortolani veramente tostissimo. Senza contare che piano piano Nico Mannion si sta guadagnando minuti sul campo della Nba.

Ma tornando a Cantù, archiviamo presto la partita e pensiamo alle prossime, forti delle precedenti belle prestazioni, perchè di strada da fare ce n’è ancora molta e continuo a pensare che il potenziale c’è. Bisogna avere voglia di metterlo in gioco, con grinta e personalità. La società mantiene determinazione e coesione verso l’obiettivo della salvezza: me lo garantisce Roberto Allievi, e quindi ci si può fidare.

L’altra sera, nel salotto serale di Lilli Gruber su La 7, ho assistito a un dibattito che mi ha abbastanza colpito. Primo argomento proposto agli ospiti, è stato un pensiero sul futuro di Conte e le sue capacità di superare questa crisi. Mi ha sorpreso sentire un vecchio volpone del giornalismo e della politica come Furio Colombo sostenere che, qualunque sia la via di uscita alla crisi attuale, ritiene Conte assolutamente all’altezza del compito e di continuare in politica – per la sua preparazione di avvocato e docente universitario, ma anche per la capacità di presentarsi sempre con la compostezza che è richiesta a chi riveste ruoli istituzionali. Non me l’aspettavo.

Ancora di meno mi aspettavo il dibattito successivo, in pratica un approfondimento del concetto “ma Conte può dirsi affascinante?” in cui alla fine è emerso che si, tutti i presenti ritenevano che l’uomo abbia un suo fascino istituzionale. Non ho capito se le signore presenti fossero anche orientate a riconoscergli un più concreto “sex appeal”.
Gianni Corsolini

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