«Imprevedibile ed egocentrico
Vi racconto “Dado” Lombardi»

Torna Gianni Corsolini con la sua abituale rubrica “Ai lov dis gheim”

Vi parlo di Gianfranco “Dado” Lombardi, che di recente ho avuto il piacere di sentire, dopo che per tanto tempo si era reso irreperibile agli amici del mondo del basket, e appena sarà possibile ci vedremo tutti.

Direi che il “Dado” è stato un’esperienza a due facce, per la nostra società ed il nostro mondo in generale. Esperienza a due facce perché è sempre stato un tipo imprevedibile e orgogliosamente bizzarro nei suoi comportamenti, specialista nel raccontare delle balle e dotato di un egocentrismo che è sicuramente prezioso per gli allenatori, quando diventa una personalità trascinante per i giocatori.

Da giocatore è stato un grosso campione, dal tiro veramente mortifero, che però in difesa non faceva assolutamente nulla, considerando che quello fosse un compito dei suoi compagni… Stranamente, diventato allenatore, ha cominciato a sposare la difesa. Fu Franco Polti a scegliere di portarlo a Cantù come allenatore (la squadra era in A2), e così scoprii che “Dado” era rimasto sempre il tipo particolare che ricordavo. Sacripanti era il suo vice, ma “Dado” lo teneva fuori dallo spogliatoio perché voleva parlare da solo con i giocatori. All’esordio a Padova, già alla palla a due fece marcare il lungo dell’altra squadra da Gianolla, una guardia... Mugugni e critiche dalla panchina non mancarono, ma alla fine della partita, vinta, ricordo Eros Buratti stregato da questa scelta.

L’articolo completo sulla Provincia di martedì

© RIPRODUZIONE RISERVATA