Insulti baby all’arbitro
«Toh il fischietto, così impari»

Due giocatori del Cittadella Giovanissimi espulsi per proteste esagerate. la società li fa arbitrare i pulcini per metterli dalla’altra parte della barricata

Protesti contro l’arbitro e vieni espulso? Sappi che andrai ad arbitrare i più piccoli. È il messaggio che lancia la Cittadella, società calcistica di puro settore giovanile, dai campi di via Frigerio a Como. Non è solo un messaggio, perché l’esperimento è già andato in onda. Con successo. È davvero curiosa, ma in linea con le indicazioni della federazione - che incoraggia ogni due per tre questo tipo di misure -, la decisione presa dalla società nei confronti di due calciatori della squadra Giovanissimi Under 15 Regionali.

Espulsi per proteste un po’ troppo veementi nei confronti dell’arbitro in due partite differenti (tra le due sfide era arrivato un primo sermone della società, che non avrebbe digerito altre espulsioni di questo tipo), sono stati mandati a supervisionare due partite dei Pulcini 2009. Supervisionare e non arbitrare, perché in quella categoria vige l’autoarbitraggio, con interventi esterni limitati di un allenatore o dirigente della società che ospita la partita. Ed è questo che i due ragazzi, quindicenni, hanno dovuto fare.

«Non volevamo mettere in atto misure punitive pesanti – ha detto il presidente Stefano Ramaroli -, ma cercare di educare loro due, e i loro compagni, al rispetto dell’arbitro. Volevamo metterli per una volta “dall’altra parte della barricata”, cercando di far comprendere loro quanto sia difficile arbitrare. In questo modo hanno potuto provare, seppur in una categoria semplice, la tensione che vive un arbitro durante la partita».

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