Kiss e la Pallanuoto Como
«Punto sui nostri giovani»

Il bilancio del tecnico gialloblù: «Non potevo chiedere di meglio. Il progetto continua e sono sereno. Ma ho paura per la piscina di Muggiò».

«Lanciare i nostri giovani nella serie B di pallanuoto era un obiettivo e, alla prova dei fatti, questi ragazzi non hanno tradito le attese». Zoltan Kiss, allenatore della Pallanuoto Como guarda al recente passato con soddisfazione e con un pizzico di amarezza, perché la prima squadra, in serie B di pallanuoto, era lanciatissima e in piena zona playoff.

E il progetto Pallanuoto Como andrà avanti anche l’anno prossimo seguendo la linea verde, con una B “sbarazzina” e un’Under 20 destinata fare ancora meglio di questa stagione bruscamente interrotta dalla Federazione per l’emergenza. Il progetto continuerà su questi capisaldi - a maggior ragione dopo il coronavirus -, anche alla luce dei risultati ottenuti.

«La stagione era cominciata molto bene ammette il coach - anche se si è interrotta piuttosto in fretta dopo sole sei giornate. Sarà anche un caso, ma è la prima volta in cui sono partito ad allenare dall’inizio e non a campionato in corso: ho avuto la possibilità di stare tanto con la squadra, nel corso di una preparazione lunghissima».

Kiss a capo della serie B e dell’Under 20, la scelta del club è stata chiara: affidare a un’unica figura la gestione dei due gruppi principali. Gestione resa complicata dagli arcinoti problemi logistici legati alla chiusura della piscina di Muggiò e delle difficoltà oggettive nel reperire un impianto idoneo: «Le difficoltà ci hanno accompagnato, è stata davvero una stagione complicata. Ma dal punto di vita sportivo, per quel poco che è stato fatto, non potevo chiedere di meglio: sono davvero curioso di sapere come sarebbe andata a finire. Non eravamo perfetti, ma stava andando tutto nel verso giusto e tra me e me ho pensato che si potesse disputare una stagione ad alto livello».

Dopo un terzo di campionato, la Pallanuoto Como veleggiava al terzo posto nel girone 2, a 12 punti con Lodi, in zona playoff. La squadra, capitanata da Colombara, era - rubando un’espressione al mondo del calcio - a dir poco “zemaniana”: 62 reti segnate (secondo miglior attacco) e 60 subìte. Un difetto non da imputare alle scarse doti difensive, quanto piuttosto all’età media bassa: «Eravamo proiettati verso l’alto, ma se analizziamo le partite, dico che i nostri giovani sono determinanti più per le vittorie che per le sconfitte. Ed è per questo che dobbiamo consolidare il loro apporto anche nelle prossime stagioni, stimolando questa concorrenza interna nell’Under 20». E i “vecchi”? «Dato, Colombara e De Nicola, sempre preziosi, non è detto che continuino. Ma siamo sereni, confidiamo nei nostri giovani».Si spera ora anche e soprattutto in un miglioramento delle condizioni per praticare sport in piscina a livello agonistico: «Ho paura per la piscina di Muggiò, che rischia di fare la fine del palazzetto adiacente e ormai in disuso. Inoltre non ci aiuta la chiusura di viale Geno. E poi, con le nuove norme, per ogni persona in acqua servono 7 metri quadrati di distanza: in una vasca da 25 metri come faremo? Tra l’altro, giocare sempre senza pubblico toglie un po’ di magìa a questo sport, anche se noi a Monza, per le partite in casa, abbiamo sempre vinto…».

Capitolo Under 20, c’è ancora l’ipotesi di tornare in acqua per le finali nazionali: «Mi sembra molto difficile, servirebbe un minimo di preparazione e a noi mancano gli spazi. Siamo già proiettati sulla prossima stagione: con la squadra di quest’anno, potremo sicuramente fare molto bene e ambire a un posto tra le prime quattro in Italia».

Ma Kiss ci sarà? «Mi piacerebbe e penso che andrà così, ma devo ancora discuterne con la società: non siamo professionisti, bisogna far combaciare tante cose. Ma questo doppio impegno mi appassiona».

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