Kurtinaitis, l’altra faccia del duro
«Colpito dalla passione»

L’allenatore lituano della Red October Cantù si racconta a tutto tondo. E la pallacanestro resta sullo sfondo.

Di Rimas Kurtinaitis allenatore si sa ormai già tutto. Perché c’è una carriera a raccontarlo. Ma del Kurtinaitis uomo si conosce poco perché il lituano è persona schiva e riservata. Ebbene, siamo andati alla ricerca proprio degli aspetti meno noti del personaggio.

Che sta scoprendo dell’Italia?

«Che è un bel paese, così come avevo intuito nei miei viaggi di lavoro e in qualche periodo di vacanza. Insomma, quello che pensavo anche prima. Con persone affabili e disponibili. Con il clima ideale. Per non parlare poi del cibo, che tra l’altro è molto meno costoso del buon cibo che si può gustare in Lituania. Ho altresì notato la passione che hanno gli italiani per lo sport. Per il calcio innanzitutto ma pure per il basket, con palazzetti pieni. È davvero bello e apprezzabile questo coinvolgimento emotivo nello sport».

Qual è l’aspetto sul quale fa più fatica a integrarsi da queste parti?

«Nessuno. Perché le persone sono amichevoli. Ancora non conosco la lingua italiana anche se pian piano cerco di capire qualcosa, ma non ho mai avuto problema a relazionarmi con le persone perché un po’ in inglese, un po’ in spagnolo, un po’ a gesti... Anche perché ravviso molta disponibilità da parte degli italiani a cercare di capirti e di venirti incontro. Cordialità con l’interlocutore, insomma».

Lei è stato ministro dello Sport in Lituania per quattro anni.

«Un quadriennio durante il quale sono cambiati cinque primi ministri di partiti differenti e io sono stato l’unico della compagine governativa a essere sempre confermato nel mio incarico. Forse sta a significare che il mio lavoro è stato apprezzato...».

Una pagina intera d’intervista sulla Provincia di venerdì 11 novembre

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