La presidenza di Cantù
C’è il pressing su Allievi

Due alternative: un cda ristretto o uno più partecipato. L’alternativa è Passeri, con Mauri ad

Anche stavolta, probabilmente, la notte porterà consiglio. Anzi, il consiglio. A Cermenate, infatti, sono i giorni decisivi per la formazione del cda della Pallacanestro Cantù. Il primo dopo l’era Gerasimenko e quello che dovrebbe portare a nuovi partner in grado garantire un futuro sempre ad alto livello per squadra e società.

In queste ore non sono mancati i contatti e/o le varie opere di convincimento. Perché non tutti, questioni caratteriali o contingenti, sarebbe dell’idea di partecipare. Pur garantendo il massimo degli appoggi, economici e logistici che siano. Il pressing più importante è quello fatto su Roberto Allievi, figlio d’arte e uno dei saggi ai quali rivolgersi nei momenti più complicati.

La mediazione per lo sponsor

Così è stato lo scorso autunno, quando si riuscì a coinvolgere lo sponsor Acqua San Bernardo proprio anche grazie ai suoi buoni uffici con Antonio Biella, diventato poi nel frattempo anche il tifoso numero uno. E quindi la storia si è ripetuta ai tempi della cessione della società. In quei momenti complicati l’ex presidente di Lega non si è mai tirato indietro, risultando anche uno dei front man della trattativa.

Spontanea e naturale, e da più parti (anche via social), è sembrata la richiesta di mettere l’esperienza a disposizione. Tracciato l’identikit ideale di colui che potrebbe raccogliere l’eredità dei grandi del passato (dal papà Aldo ad Anna Cremascoli, da Franco Polti a Francesco Corrado), la figura calzava a pennello proprio su Roberto Allievi (mancava infatti solo che si dicesse: il nuovo presidente dovrà avere loden verde, cappello e messo sigaro sempre in mano...).

Ma lui, l’ex rampollo di casa Canturina, si è sempre abilmente sottratto, dicendo continuamente di no. Un no che rimane anche in queste ore, anche se un po’ meno convinto di prima. Ed è su questo che Andrea Mauri e compagnia vorrebbero far leva. Se di breccia si tratta nelle convinzioni di Allievi, meglio tentare di entrarci in maniera decisa. Vediamo se cambierà qualcosa.

Nel frattempo, come sempre accade, c’è già pronto un piano B, sia nella versione uno del consiglio di amministrazione sia nella versione due. La prima, quella che aveva preso piede a caldo nei momenti appena successivi l’acquisizione della società, prevedeva un consiglio ristretto.

Tre, massimo quattro, persone. Angelo Passeri di Tic e Roberto Allievi a giocarsi la carica di presidente e vice e Andrea Mauri nel ruolo di amministrazione delegato. Con, al limite, un’apertura ad Antonio Munafò, diplomatico abilissimo nel trattare con Gerasimenko e anima del Progetto Giovani Cantù, così da chiudere definitivamente a doppia mandata la rinnovata collaborazione.

La versione due

Gli stessi quattro, con identici ruoli, pur tuttavia siederebbero anche in un cda allargato, che è quello che in tanti vorrebbero. Insieme a loro, senza discussione, gli altri artefici della buona riuscita dell’operazione, ovvero gli ex soci Sergio Paparelli e Stefano Salice, oltre allo stesso sponsor Antonio Biella e a una “X” che dovrebbe valere per il rappresentante del nascituro Consorzio di aziende. In questo modo, tutte le componenti e le anime della società avrebbero una propria espressione.

A riempire momentaneamente quella casella vuota potrebbe esserci Angelo Zomegnan che, da parte sua, preferirebbe però rimanere defilitato, nonostante le lusinghe, continuando nella sua opera di senior advisor, a caccia di partner e nuove idee.

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