La versione di Gianni (Corsolini)
“Ai lov di gheim” è sul “Saetta”

Appuntamento settimanale con la rubrica di sport più longeva de La Provincia

ochi giorni fa è scomparso l’amico Saetta. È stato uno dei più fedeli tifosi della nostra pallacanestro fin dal ritorno in serie A. Personalmente quando sono arrivato a Cantù ho avuto il piacere e anche l’amicizia di suo fratello Aldo che poi era andato a lavorare in ospedale a Como e assieme ad Aldo ci incontravamo con Agostino Anzani che lavorava vicino a casa mia.

Certo Saetta è stato uno dei primi tifosi, assieme a Max Bizzozero che si sostituiva manualmente alla mancanza delle segnalazioni elettroniche del punteggio, che sarebbero arrivate più avanti. Ci ha anche dato un mano per far crescere la passione degli Eagles. Quando decise di impiantare l’attività come ristoratore è stato di un’abilità eccezionale nel farsi amico di molta gente della pallacanestro, anche al di fuori della nostra città. Molti personaggio della Fiba di passaggio a Cantù, non solo per motivi sportivi ma anche familiari e lavorativi, telefonavano a lui perché era un punto d’incontro.

Sapevano che a Cantù i primi amanti della pallacanestro avrebbero cercato un letto dall’amico Zanfrini, che possedeva l’hotel Canturio proprio di fronte al locale di Saetta, e poi alla trattoria il “Ponte” si sarebbero certamente trovati con conoscenti episodici della palla a spicchi poi diventati amici. Ricordo che Cindric, arbitro internazionale e docente di metodologia all’Università di Montreal, quando veniva dalle nostre parti, telefonava ad Ambrosio, l’arbitro svizzero, e naturalmente ad Alfredo Broggi. La Pallacanestro Cantù è sempre stata un fenomeno non solo sportivo, ma anche sociale e culturale.

Tant’è vero che spesso si è trovata anche la segretaria di Mr. Jones, magari insieme a Stankovic, che allora stava girando per motivi istituzionali della stessa Fiba, prima di accettare l’incarico a Cantù come coach. Saetta, poi, mi aiutò tantissimo per la crescita dei vari basket club. La sua giornata iniziava alle 11 al bar Roma, e prima ancora di andare nel suo locale aggiornava gli appassionati sulle nostre vicende, predicando anche a loro di iscriversi ai vari basket club. Molte volte lui venne in qualche centro, fuori Cantù, dove c’era già esistente qualche basket club tipo Fino Mornasco, Blevio, Erba o Mariano Comense e diverse riunioni sono state organizzate al suo ristorante dove bimensilmente si trovava anche la redazione del notiziario Pallacanestro. Insomma la pallacanestro Cantù è sempre stata un biglietto da visita prima ancora che per la stessa, per le aziende che ci onoravano di mettere il loro nome sulle nostre maglie. È stato così per Ass. Mobili Cantù, Milenka, Fonti Levissima, OranSoda, Forst, Gabetti, Ford, Arexons, Vismara, Squibb, Polti e ultimante la “Vitasnella”.

Nell’idea di Allievi, poi trasmessa a Casella-Mascetti , per quanto riguarda la prima proprietà professionistica c’era un disegno per portare avanti la nostra specialità legandola, se possibile, alle realtà del territorio. Tanto è vero che l’abbinamento Forst, che sostituì la Splugen nella vendita di birra per l’azienda di Allievi, venne proprio per questo motivo. Continuità della società, della politica della stessa particolarmente nel campo giovanile e poi legame con tutti quelli che avevano la forza e l’idea di scegliere una società moderna. Ecco perché Corrado padre e figlio si sono impegnati, addirittura col Pianella e si scelse la Vismara, un salumificio importante di Casatenovo.

È inutile fare l’elenco di tutte le società in tutte quelle condizioni anche se il più dimostrativo è stato Polti, col suo stabilimento a Bulgarograsso e con le origini lariane dei proprietari. Per finire posso precisare che c’è stata una filiera di personaggi, atleti, industriali anche politici che hanno contribuito alla crescita e al valore indiscusso della nostra società. L’esempio che volevo fare è quello di Sergio Scolari trasferitosi da Soresina(Cremona) a Cantù e diventato poi medico e cittadino legato alle nostre realtà, trovò assieme all’amico e coach Piero Solzi, sempre di Soresina, l’opportunità di coinvolgere l’azienda Arexons con noi. Siamo diventati così amici del Dr. Verri, proprietario dell’azienda, e che quando per sue strategie comunicazionali ci ha lasciato non ha dimenticato di aiutarci.

Posso poi aggiungere che Roberto Allievi si adoperò per poter avere il marchio Clear dell’Unilever e si rivolse a Caterina Carletti che era in pectore una pubblicitaria ed esperta di pr.n 
Gianni Corsolini

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