L’hockey del futuro: «Campionato
più corto e solo nei fine settimana»

Le proposte delle società per la ripartenza dopo l’emergenza

Il mese di maggio era il momento delle iscrizioni ai campionati e dell’avvio del mercato per l’hockey su ghiaccio. Invece quest’anno è tutto fermo.

«Abbiamo fatto delle riunioni, on line, con i responsabili della federazione e dell’Italian hockey league (ex serie B), ma non è uscita nessuna decisione - spiega il presidente dell’Hockey Como, Luca Ambrosoli -. Siamo in una fase interlocutoria. Dobbiamo ancora capire se e quando si potrà tornare a giocare».

I problemi più importanti sono la sanificazione degli spogliatoi e i trasferimenti. «Attualmente la proposta è quella di giocare a porte chiuse, senza il pubblico - prosegue il massimo dirigente biancoblù -. E in questo noi, grazie alle esperienze degli ultimi anni, partiamo in vantaggio. Scherzi a parte, rimane il punto dolente della sanificazione degli spogliatoi, che andrebbe fatta dopo ogni allenamento e dopo ogni partita».

Un costo tutt’altro che “leggero” che sarebbe a carico del gestore del palazzetto di Casate. «Le società sono in sofferenza e gli sponsor, alla luce della drammatica situazione economica, non aumenteranno gli investimenti - dice Ambrosoli -. La Federazione ci è venuta incontro, sospendendo per la prossima stagione, le tasse sul tesseramento dei giocatori (12 euro per gli juniores, 18 per i senior) e dei tecnici e dei dirigenti e l’affiliazione. Per il prossimo campionato, ammesso che si disputerà, non dovremo rimborsare, per le partite casalinghe, gli arbitri che saranno a totale carico della federazione (sono 350 euro ad incontro). Complessivamente risparmieremo 6-7 mila euro».

Un punto di domanda riguarda anche le trasferte. «Se dovesse permanere il divieto di uscire dalla regione, non potremmo andare in Trentino e in Veneto - dice Ambrosoli -. Problemi ci sarebbero comunque per il rispetto del distanziamento sociale, anche sul pulmino. Le società di Italian hockey league hanno avanzato l’ipotesi di un campionato più corto e senza partite infrasettimanali. Sono tutti tasselli di un puzzle che per ora è solo all’inizio».

In stand by anche le situazioni di coach Petr Malkov e dell’attaccante Hector Majul. «Entrambi sono rientrati a casa: Malkov a Kiev e Majul a Città del Messico. Se dovessero restare chiuse le frontiere - chiarisce il presidente -, non potrebbero tornare a Como. L’allenatore ha un contratto ed è stato riconfermato. L’attaccante messicano aveva un rapporto di un solo anno, ma ha promesso che non ci sarebbero problemi per il rinnovo. Salvo che nel frattempo non riceva un’offerta da un campionato importante».

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