Lo sfogo a sorpresa di Irina
«Basta fango su di noi»

«Vogliamo ricordare che siamo qui anche per fare il palazzetto, abbiamo un progetto importante e non è giusto che contro di noi ci sia tutto questo»

L’uscita che non ti aspetti. Nel dì di festa, Irina Gerasimenko ha la faccia truce e parla guardando un punto lontano. In mezzo a convenevoli e introduzioni, di cui parleremo dopo, affonda il colpo: «Vorrei ringraziare Dmitry che ha permesso tutto questo, e dire che noi meritiamo rispetto. Basta fango e sospetti nei nostri confronti. Vogliamo ricordare che siamo qui anche per fare il palazzetto, abbiamo un progetto importante e non è giusto che contro di noi ci sia tutto questo scetticismo». La platea indaga. È successo qualcosa? Si riferisce a un episodio particolare? Irina va avanti per la sua strada: «Domenica al palazzetto siamo usciti a prendere una boccata d’aria, perché era una partita tesa. Sono stata affrontata da un gruppo di tifosi, forse ubriachi, che ci hanno aggredito verbalmente. Parlavano di soldi, attaccavano. Non meritiamo tutto questo. Volete vedere i messaggi che arrivano al mio numero privato sul telefonino? È spiacevole. A queste persone dico: non siamo nascosti, io sono in sede che lavoro dalla mattina alla sera per Cantù. Non c’è security, non c’è filtro: se qualcuno ha qualcosa da dire, venga, io sono lì. Questa è stata la goccia finale», usando un termine che in italiano ha un significato ben più grave, e che forse in russo ha un valore più banale. Sul tema Irina ha fatto anche un parziale mea culpa: «Quando siamo arrivati eravamo stranieri, ma adesso ci sentiamo canturini. Abbiamo fatto qualche errore ma lavoriamo per il bene di Cantù».

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