Lombardia, belle idee nuove
e qualche (solito) malumore

Sabato 9 ottobre la storica corsa partirà da Como. E qualcuno non ci sta

Emozione, attesa, fibrilazione, belle idee nuove. E un pizzico (più di un pizzico) di malumore che a Como (non guariremo mai) in queste occasioni c’è sempre.

Ieri a Palazzo Cernezzi è stata presentata l’edizione 115 del Giro di Lombardia, che, come ormai è stranoto, si disputerà da Como a Bergamo sabato 9 ottobre.

La nostra città, dopo 4 anni, torna sede di partenza, e non di arrivo, in virtù di una alternanza con Bergamo a macchia di leopardo. Paolo Frigerio: «Mauro Vegni capo eventi Rcs ha ribadito la teoria dell’alternanza, possiamo pensare ad avere l’arrivo nel 2022, con il compleanno dei CC Canturino che compie 120 anni».

Intanto però c’è la partenza sabato. Occasione per la gente di vedere da vicino i corridori alla partenza (ore 10.20) da Piazza Cavour, poi in via Vittorio Emanuele (sfilata in città murata), via Milano, Napoleona, via Scalabrini e via verso Senna (km.0) Cantù e Ghisallo.

La bella idea? Quella giù accennata a Bergamo, e confermata con più forza ieri, di Paolo Frigerio di organizzare un Giro di Lombardia femminile il prossimo anno in concomitanza con la gara maschile. Ora che il Canturino ha inglobato la squadra femminile del Cadorago, è un progetto assolutamente credibile, per un movimento (quello delle donne) che è in costante crescita di esposizione mediatica.

E i malumori? Arrivano dagli esercizi con tavolini posizionati sul percorso della città murata. Dovranno rimuovere tutto per il passaggio dei ciclisti. Ci si fosse limitati alla problematica (di comunicazione) emersa in conferenza stampa, ci si sarebbe potuti passare sopra. Ma poi è arrivata la nota di Confesercenti che definiva «una scelta demenziale» quella di far transitare i ciclisti in zona frequentata, e non in val Varese (dove non ci sarebbe stata questa problematica). Attacco a muso duro, con buona pace di Vegni, ma anche di Galli e Turba.

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