L'urlo del Sinigaglia:
"Stefano non mollare"

Toccante pomeriggio al Sinigaglia prima del pareggio (1-1) del Como con la Canavese. Borgonovo riabbraccia i suoi tifosi e tanti amici arrivati apposta per lui. Anche dalla Svezia

Ha dato una lezione a tutti. Stefano Borgonovo, domenica pomeriggio al Sinigaglia, ha disegnato in uno stadio la veronica più difficile ed emozionante della sua vita. Ne avrebbe fatto volentieri a meno, certo. Ma il «Borgonovo day» è stato una sua vittoria. Che ci ha consentito di dare un occhio alla sua infinita profondità d’animo. Guarda un po’ cosa può esserci, dentro il cuore di uno di quei calciatori tanto bistrattati e sepolti dai luoghi comuni. Non era facile per lui esserci, ieri. Ha deciso di non mancare, sfidando fatiche fisiche e disagi. E anche le emozioni che sono sempre a doppio taglio, bilama sorniona: una ti fa il pelo e l’altra il contropelo. Quando è stato spinto, sulla sua carrozzella, nell’androne dello stadio Sinigaglia, non ha avuto nemmeno il tempo di guadare chi era venuto lì per lui. Bisognava andare in fretta in campo. Da una mezzoretta, là nella sala vip, lo attendeva un gruppo di vecchi amici. Il primo ad arrivare, era stato Sandro Vitali, ds dei suoi tempi. Poi, Mondonico accompagnato dalla moglie. Commosso, più volte con gli occhi lucidi: «Stefano aveva una gran voglia di lottare, da giocatore. Aveva un ginocchio in disordine, ma non mollava mai. Lavorava il doppio per non arrendersi. E’ la stessa forza che lo sorregge adesso. Che leone». In rapida successione, ecco Evani (unico ex compagno non del Como presente), Butti, Invernizzi, Annoni. Mephisto Casagrande, lottatore in quel centrocampo del Borgo, mostrava uguale zazzera e baffo da Ghengiskhan, solo un po’ imbiancati. Lo accompagnava la moglie, che si guardava in giro: «Che nostalgia tornare a Como». Lo avrebbe ripetuto, «nostalgia», ma con l’h in mezzo (nostalghia) anche Dan Corneliusson. Arrivato apposta dalla Svezia: «Che emozione essere qui. Lo stadio da fuori è uguale ad allora, dentro no. Quando ho saputo della malattia di Stefano, non ci ho pensato un minuto. E sono partito». Ora vende pacchetti viaggio per vedere partite a comitive. Ecco Mister Marchesi («Che gol che faceva il Borgo di testa...»), Vierchowod, Todesco, Braglia, Fontolan, Mannini. Quasi tutta la sua squadra. E i suoi dirigenti: Gattei, Zerboni, Mascetti, Roncoroni, Priante, Marzorati, la Manuela della segreteria.

COMO-CANAVESE 1-1
Marcatori: O. Brevi al 5’, Federici al 35’ p.t.
COMO (4-3-3) Malatesta 6; Adobati 5,5, O. Brevi 6,5, Brioschi 5, Taormina 6; E. Brevi 5,5 Goretti 6,5 (dal 41’ s.t. Lunati), Lombardi 5,5; Fofana 5 (dal 13’ s.t. Facchetti 5), Guazzo 5,5 (dal 26’ s.t. Mireku s.v.), Sehic 5,5. (Tornaghi, Bretti, Rudi, Locatelli). All. Cotta 5,5.
CANAVESE (4-3-3) Pozzato 6; Conrotto 6, Carretto 5,5, Pagliarulo 6, Bergher 5,5; Niada 6, Ottonello 6,5 (dal 19’ s.t. Abate 5,5), Lodi 6; Parisi 6, Federici 6,5 (dal 45’ s.t. Cacciatore s.v.), Ebagua 5,5 (dal 19’ s.t. Del Signore 5,5). (Pescarella, Grillo, Cristini, Fabbrini). All. Sesia 6.
Arbitro:Di Pilato di Bergamo.
Note: spettatori paganti 1100, abbonati 2000 incasso totale 18.000 euro (15.000 euro donati alla Fondazione Borgonovo). Ammoniti Goretti, E. Brevi, Bergher, Lodi, Carretto, Ebagua. Angoli 3-6.
COMO - Niente festa, niente vittoria da dedicare a Borgonovo. Niente ricarica dopo la sconfitta con l’Itala San Marco. Il Como non ha regalato ai suoi tifosi nè emozioni nè la gioia della vittoria. Forse troppi sono stati i problemi che hanno costretto Corrado Cotta a scelte obbligate, sia in fatto di uomini che di modulo.

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Eco di Bergamo Il Borgonovo-day