Magatti: «L’azzurro? No, grazie
Adesso devo insegnare»

La scelta coraggiosa della Nazionale comasca che salta il raduno per impegni professionali

«Nazionale? No grazie». Detto così sembrerebbe un “gran rifiuto” da parte di Maria Magatti alla convocazione con l’Italdonne di rugby che sabato affronterà all’Energia park di Donnybrook (Dublino) l’Irlanda nel recupero del match del Sei Nazioni, rinviato lo scorso marzo.

In realtà si tratta di una scelta ragionata e che fa onore alla giocatrice comasca (28 anni), che era inserita nella lista delle chiamate. «Non ho potuto dare la mia disponibilità per la partita, dopo essermi confrontata con l’allenatore Andrea Di Giandomenico e la team manager Giuliana Campanella, perché avrei dovuto prendere troppi giorni di ferie - spiega Magatti -. Il raduno è infatti iniziato lunedì scorso a Roma e andrà avanti sino al match. Davvero troppo per me che da quest’anno faccio l’insegnante di scienze motorie in una scuola. Così ho preferito non chiedere un permesso decisamente lungo, che andrebbe a discapito per il futuro».

Il rugby femminile in Italia non è ancora arrivato, come in diverse altre nazioni, al professionismo e le giocatrici sono spesso costrette a fare delle scelte e delle rinunce, dolorose. «Visto che ci sono altre due partite della nazionale, prima della fine dell’anno, tra cui quella di dicembre contro la Scozia, dove in ballo c’è la qualificazione per il mondiale, ho preferito tenere i permessi per allora -prosegue Magatti -. Ovviamente se il coach vorrà chiamarmi in Nazionale (io ci spero). Adesso ho rinunciato per non rischiare di perdere i prossimi, importanti appuntamenti».

Tanto di cappello per la decisione della giocatrice comasca, che ha già vestito la maglia azzurra 32 volte in carriera (la prima l’8 febbraio del 2014 nella sconfitta in casa della Francia) e che ha messo a referto 10 mete. E che ha ben chiaro le difficoltà di conciliare le esigenze lavorative con quelle sportive. Anche ai massimi livelli.

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