Masciadri, razza vincente
«È l’imprinting Comense»

Con il 14° scudetto personale si è chiusa per l’ex nerostellata un’altra stagione di successi.«Proseguo? Ancora non lo so».

«Sono uscita abbastanza segnata da questa stagione. È stata dura e voglio prendermi uno stacco mentale per capire cosa fare. Per l’anno prossimo non ho ancora deciso». Dichiarazione un po’ inaspettata quella rilasciata da Raffaella Masciadri circa il suo futuro da giocatrice ma, impegnata sul triplice fronte Schio-Nazionale-Coni, è anche comprensibile che la donna-simbolo del basket italiano voglia staccare la spina in estate prima di affrontare un nuovo campionato.

Non da ultimo c’è stato lo stress di una finale scudetto vinta a gara-5, con la conquista del 14° tricolore personale (la precede solo Fullin con 15). «Che Schio debba sempre vincere è difficile anche come pressione da sopportare - spiega Masciadri, 37enne comasca di nascita -. Non è mai scontato, e ci sono anche gli altri, come Ragusa che è una signora squadra. È stata comunque una finale molto bella e sono felice che sia stata uno spot per la pallacanestro».

Tanti scudetti spalmati lungo vent’anni, tra due epoche così lontane come la Comense degli Anni 90 e la Schio attuale. «Ho avuto la fortuna di vivere e giocare in due squadre molto forti e due realtà importanti. E anche se a Schio ho incontrato grandi giocatrici che mi hanno dato tanto, lo zoccolo duro del mio carattere è stato creato nella Comense. Sono stati anni che mi hanno lasciato l’imprinting. Mi hanno insegnato che non basta arrivare alla domenica a fare 20 punti, ma bisogna lavorare duro e fare sacrifici ogni giorno».

L’intervista integrale sulla Provincia di lunedì 28 maggio

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