Mauri: «Il dopo emergenza?
Vittoria da sudare sul campo»

L’ad di Pallacanestro Cantù: «Stiamo lavorando duramente su tutti i fronti per non farci trovare impreparati»

Ci mancava anche il coronavirus. Con tutto quello che si porta, e si porterà, dietro. E ad Andrea Mauri, ad della Pallacanestro Cantù, tra gli altri, va riconosciuto un grande merito: il saper restare calmo, anche davanti ai problemi più grandi. Stavolta l’ennesima conferma: calmo, lucido, riflessivo e compassato. Se bluffa, è un grandissimo attore.

Ci perdoni la sfacciataggine: ma non si è mai chiesto “perché capitano tutti a me?”...

Effettivamente, avrei dovuto. Non è facile mantenere l’aplomb in situazioni come queste. Ogni tanto, se devo essere sincero, il dubbio mi assale. Poi però penso che se siamo usciti dalla prima tempesta (e che tempesta) avremo pure la corazza per fargliela stavolta.

Anche perché il “gruppo Cantù” ci pare bello compatto.

Adesso più che mai. Eravamo reduci dal cda di febbraio in linea con il budget e ponendoci i mesi di marzo e aprile come quelli buoni per rafforzare i rapporti con i partner già nostri, trovandone di altri e di nuovi per programmare ancora meglio la stagione a venire. Ora ci tocca rimodulare le situazioni.

In che modo?

Sapendo che avremo un’emergenza da affrontare. Sarà una fase molto difficile e dalla quale attendersi anche delle ripercussioni, com’è naturale che sarà. Per il momento noi ci stiamo portando avanti cercando di ipotizzare gli scenari possibili: dallo stop definitivo alla ripartenza, con o senza pubblico.

E in qualsiasi caso, dovrete anche fare i conti con la crisi globale, in primis dei vostri sponsor.

C’è di buono che abbiamo al nostro fianco, e per questo non posso che ringraziarli, un pool granitico di amici-sostenitori: sarà difficile per tutti.Io faccio il tifo per loro e loro continueranno a farlo per la Pallacanestro Cantù. Questo è l’ennesimo risultato che dovremo sudarci sul campo, un po’ come è nel nostro dna. E la gente come noi, lo sapete, non molla tanto facilmente. Anzi, non molla mai.

Grande lavoro anche in società, quindi?

Eccome, e ringrazio tutti i settori , i dipendenti e i collaboratori, dal campo alla segreteria, l’amministrazione, la comunicazione e il marketing. Stiamo dando esempio di forza del gruppo, non ci faremo trovare impreparati.

Il basket, poi, può essere d’esempio.

Il basket ha avuto una grande fortuna: un presidente come Gianni Petrucci che per primo, senza aspettare ordinanze o decreti, ha chiuso tutto per tutelare la salute di ognuno di noi. Chi investe o vorrà investire anche in futuro, e i nostri partner lo sanno bene, troverà il migliore dei terreni in questo mondo.

E la Legabasket come va alla “guerra”: compatta o frastagliata?

Direi unita, mai come in questo momento. I problemi sono generali, di tutti. Poi, ovvio, c’è chi ne uscirà con meno contraccolpi, per disponibilità e budget, o chi - come noi, ma siamo in tanti - dovrà fare della finanza creativa e attiva, perché un unico proprietario non l’abbiamo. Vi dico anche molto bene che Angelo Passeri, nostro vice presidente, sia entrato nella commissione professionisti voluta da Egidio Bianchi e che ora ha il compito interfacciarsi il prima possibile con governo e istituzioni nella gestione dell’emergenza e del suo post. E, aggiungo, molto bene l’operato del nuovo presidente Umberto Gandini: le sue linee guida sono molto chiare e importanti. Da questa situazione si esce solo tutti assieme.

Fin qui il Mauri dirigente, poi c’è il Mauri uomo. Come la sta vivendo?

Con le preoccupazioni che sono di tutti, ma anche con la consapevolezza che questo momento potrà cambiarci e non è detto in maniera negativa, anzi. Un periodo di riflessione, per rimettere in ordine le priorità, senza la frenesia della nostra vita quotidiana. Rivaluteremo tanti aspetti della vita.

Ne è convinto?

Assolutamente sì. Sport, lavoro e divertimento per un po’ andranno in secondo piano, ma quando ci risveglieremo da questa quarantena quotidiana, riscopriremo vecchi e buoni sentimenti sopiti. Io voglio vederla in positivo. Ci sarà del buono, e tanto, dopo.

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