Melgrati, vita in azzurro
Da Rivera a Bagnoli, che storie

Per lui 251 presenze in azzurro dal 1970 al 1980, capitano, chioccia di tanti giovani, totem di quegli anni, riferimento silenzioso e ribelle di quelle stagioni

Mercoledì, bollito. Appuntamento al ristorante “Frate”, per merito di quel tifoso-enciclopedia azzurra di Filippo Molteni. E così eccoci a tavola con Roberto Melgrati, difensore per 10 anni del Como. Uno che lasci sfilare via nella normalità, perché lo incontri in città e fa parte dell’arredamento urbano. Ma poi pensi: cavolo, 251 presenze in azzurro dal 1970 al 1980, capitano, chioccia di tanti giovani, totem di quegli anni, riferimento silenzioso e ribelle di quelle stagioni. E allora dici che, sì: una bella chiacchierata è necessaria. Con mille aneddoti. In ordine sparso.

Cos’è la maglia azzurra per Roberto Melgrati?

«La mia maglia. La mia storia. Ogni tanto vado allo stadio, ma faccio fatica a fare un collegamento con i miei anni. Lo stadio vuoto mi mette tristezza. Non mi ci ritrovo, mi sembra un altro film». E poi una serie infinita di aneddoti, da Bagnoli a Rambone, da Nicoletti a Rivera. Che quasi gli spaccò una gamba. Tutto sul giornale di oggi

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