Merzario, che fenomeno. In pista a 79 anni

Protagonisti Domenica 5 giugno al Nurburgring, una gara per festeggiare i 50 anni di Bmw; il 12 giugno a Zeltweg sulla Ferrari di Phil Hill

Forse nemmeno quando faceva il pilota, era così impegnato. I calendari della F1 erano molto meno affollati di adesso, anche se lui in verità ci abbinava i prototipi. Fatto sta che a guardare il calendario degli impegni di Arturo Merzario, viene da strabuzzare gli occhi: domenica 5 giugno al Nurburgring, una gara per festeggiare i 50 anni di Bmw; il 12 giugno a Zeltweg sulla Ferrari di Phil Hill, campione del mondo in una gara di Formula 1 storiche; e da ieri a bordo di una Giulietta per partecipare alla Miglia Miglia storica.

Piccolo particolare: Arturo Merzario ha 79 anni, una età che diventa a volte faticosa persino per fare la spesa. E lui invece, non solo ha corso, ma ha raggiunto le rispettive sedi di gara in auto, guidando su e giù per l’Europa come se nulla fosse. Passionaccia: «Puoi dirlo forte. Mi diverto ancora tanto al volante, non sento la fatica. Quando una cosa ti piace, ti stanca di meno». Ne abbiamo lette, sui siti, di tutti i colori: che ti sei preso a sportellate con gli avversari al Nurburgring... «Certo, è stato divertente. Oh, c’era gente tosta come Jochen Mass e Johnny Alberto Cecotto. Non è andata malaccio». Che il segreto della tua longevità sarebbe la pasta al ragù che mangi prima di metterti in pista: «Mangiare non è mai stato un problema. Questione di costituzione: visto che fisichino? E’ sempre andata così, potevo mangiare quello che volevo che non ingrassavo. I miei colleghi lì a misurare il riso in bianco. Che tristezza. Oh, poi è anche fortuna: se invece del cibo mi fosse piaciuto l’alcool, magari mi sarei ubriacato spesso... Ma non era così. Le sigarette invece le ho fumate, tante, sino a 12 anni fa: poi stop».

Ma come si fa a non stancarsi a 79 anni, con vetture così rigide? «Beh, è anche questione di testa. Se adesso volessi lottare all’ultima staccata, alla mia età, sarei fuori luogo. Guido sì, ma senza stressarmi. Una guida di piacere, diciamo». Tra l’altro su due piste non banali. Nurburgring, il famoso posto dove salvasti Lauda: «Sì, ma basta. Ormai ci vengo dagli Anni Settanta, ci corro spesso, non è più una emozione particolare. Non ci penso più». Nota dell’autore: finché Lauda era in vita, ad Arturo piaceva anche scherzare su quell’episodio, ma adesso che Niki non c’è più la sensazione è che il ricordo gli provochi parecchia tristezza.

Allora passiamo a Zeltweg: lì un crocevia spesso dimenticato, quando al gp di Austria 1977. lui era quarto e il suo compagno Jones più indietro. Lui ruppe il cambio e Alan Jones vinse una gara rocambolesca: «Quella gara ha cambiato la vita di Jones, ma forse anche la mia. Una occasione mancata. Certo, Zeltweg adesso è diversa, non ci sono i curvoni in appoggio di allora, ma certe curve sono rimaste uguali, ed è sempre bello andarci. Con la Ferrari di Phil Hill poi...».

© RIPRODUZIONE RISERVATA