Monguzzi, dall’inferno al paradiso: «Rieccomi in campo»

Protagonisti «L’essere stato capitano fuori dal campo – commenta - mi ha aiutato anche a vedere la pallavolo da un’altra prospettiva»

Un anno e più di stop, a oltre 37 anni d’età, «è’ stato pesante, difficile» da superare. I problemi di salute che l’hanno tenuto lontano dalla pallavolo giocata per tutta la scorsa stagione, però, non hanno fiaccato capitan Dario Monguzzi che, arrivato a Cantù nell’ormai lontano 2005, non ha per il momento alcuna voglia di smettere di giocare.

«L’essere stato capitano fuori dal campo – commenta - mi ha aiutato anche a vedere la pallavolo da un’altra prospettiva, con la testa un pochino più tecnica e meno agonistica nell’osservare quello che fanno gli altri giocatori e nella preparazione della partita. In tutta onestà un pochino avevo paura di dover smettere di giocare, solo che cercavo sempre di accantonare questo pensiero perché mi stavo allenando, stavo facendo fatica, stavo recuperando per rientrare: l’avevo presa in considerazione, ma non volevo accettarla in assoluto e ho fatto bene».

Il tutto è accaduto nel luglio 2021, «quando mancavano pochi giorni all’inizio della preparazione». I primi problemi, un mese di ospedale, la convalescenza e la sensazione di un cammino tutt’altro che agevole davanti a sé.

«Si capiva che sarebbe stata una cosa lunga, anche se avevo sempre un pochino la speranza di poter ricominciare. Prima si parlava di ottobre-novembre, poi di dicembre, poi dell’inizio del nuovo anno. Avevo perso un sacco di massa muscolare e, piano piano, prendevo consapevolezza che sarebbe stato difficile rientrare in tempi brevi», ricorda Monguzzi.

L’obiettivo, per lui, era comunque uno e uno solo: tornare in campo. Come, e soprattutto quando, il delicato passaggio da affrontare.

«Quando ho capito quale fosse l’andazzo – prosegue - mi sono messo il cuore in pace, però il mio obiettivo era rientrare questa stagione nella migliore condizione possibile. Quest’estate ho cercato di lavorare tanto. La società è stata estremamente disponibile ad aspettarmi e a darmi la possibilità di affrontare un altro campionato. Ho lavorato tanto, tutti i giorni, in palestra e in piscina. Vedevo dei miglioramenti, inizialmente molto lenti, e avevo sempre più voglia di fare e di andare avanti, sapendo che avrei comunque ricominciato la stagione con la concorrenza di giocatori che stavano fisicamente meglio di me».

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