Pancotto: «Cantù, serve del tempo
Saremo la squadra camaleontica»

Il tecnico: «La nostra è una strada piena di sfide, ma non si tratta di scommesse fatte a caso»

«Ho disegnato un metro vuoto: ai giocatori spetta riempirlo in fretta». Se è vero che il tempo è denaro, per Cantù è la ragion d’essere di questa prima parte di stagione. Squadra nuova e campionato alle porte, non c’è spazio per uscire dal seminato. Lo sa bene coach Cesare Pancotto che, ultimato il roster dell’Acqua San Bernardo, ora può lavorare al meglio per ottenere la massima resa da tutti. E per fare le prime valutazioni, dopo il ritiro e tanti giorni in palestra.

«Non posso che ribadire un concetto già espresso e rafforzato dall’ultima scelta di mercato – dice il coach di Cantù -: siamo una squadra a forte identità giovane, che ha come primi obiettivi quelli di diventare un gruppo e di crescere. Young? Quando si fa mercato, c’è sempre un bivio tra desiderio e necessità: con lui abbiamo un giocatore di energia, animato da forti motivazioni. E, lo sottolineo, sono contento di questa scelta. Non solo di Young, sono soddisfatto di tutti i giocatori che sono arrivati a Cantù».

Il tempo, forse, è il principale avversario di Cantù in questo momento. Con nove elementi nuovi, con un gruppo considerevole di giovani e di scommesse, la priorità è calarsi immediatamente nella nuova realtà. Pancotto lo sa alla perfezione: «Il budget a nostra disposizione ci ha fatto prendere una strada ben precisa, fatta di sfide. Sfide, anche enormi, che però riteniamo possano portare a risultati concreti: non si tratta di scommesse fatte a caso. E questo tipo di percorso mi piace parecchio: a Cantù riproporremo una cultura che si stava perdendo».

Intanto il campionato inizierà tra quindici giorni, in trasferta contro Brindisi. Prima – l’impegno sarà nel fine settimana – ci sarà il “Trofeo Lombardia”, da sempre un ottimo test per le squadre che vi partecipano. Per Cantù sarà una settimana preparatoria importante, con la nuova guardia Young da inserire e il play Clark da recuperare dopo l’infortunio: «Vediamo come reagirà Clark, per ora non mi sbilancio sul suo utilizzo al “Lombardia”. Ma il fatto di aver lavorato senza play e senza guardia, ha accresciuto il senso di responsabilità della squadra. Se posso sbilanciarmi, questo gruppo ha saputo lavorare cercando di colmare con l’impegno e il sacrificio le lacune che ci sono state».

In un gruppo giovane, è spiccata la presenza – non solo numerica – del giovanissimo Procida, un talento emergente di questa Cantù. Pancotto con lui è stato chiaro: «Gli ho detto che ha ottenuto quello che non si meritava, nel senso che è con noi perché l’allenatore ha voluto fargli un regalo. Gli ho detto che deve mangiare ancora tanta pasta scotta: le qualità ci sono tutte, lui deve lavorare per diventare tra due-tre anni un protagonista della serie A. Lasciamolo crescere con calma, facendogli assaporare il valore e il gusto della conquista».

In sintesi, coach, che Cantù di devono aspettare i tifosi? «Avendo lavorato non al completo, non abbiamo sviluppato tutte le possibili dinamiche di squadra. Di sicuro saremo camaleontici, perché non ci manca la capacità di adattarci. In queste settimane di lavoro ho anche visto tanta energia e una buona base tecnica, qualità che vanno però ancora migliorate e affinate. Cosa vi dicevo prima? Ci serve del tempo».n

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