Paolini: «Troppa esasperazione
e pressione sui nostri ragazzi»

Intervista con l’ex professionista comasco, di recente nominato nuovo tecnico della categoria Allievi dal Comitato regionale lombardo.

Luca Paolini torna virtualmente in sella inforcando idealmente la bici per far ritorno ufficialmente nel mondo del ciclismo.

Non che l’avesse mai completamente lasciato perché quindici anni di professionismo ad alto livello - anche tacendo delle stagioni precedenti da giovane e da dilettante - volente o nolente ti aprono un universo di relazioni che poi, quando anche solo in parte, ti restano “attaccate”.

Per tornare a noi, il classe 1977 - cresciuto a Brenna e successivamente trasferitosi a Gaggino di Faloppio - è stato nominato la scorsa settimana dal Comitato regionale lombardo nuovo tecnico della categoria Allievi.

Dunque, Luca, partiamo proprio da qui, da questo incarico. Come nasce?

«L’anno scorso ho frequentato un corso di secondo livello durante il quale ho conosciuto il presidente della Fci Lombardia, Cordiano Dagnoni. Ci siamo parlati, io evidentemente devo essergli piaciuto e così mi ha proposto di ricoprire quel ruolo. Ci ho pensato un po’ su e ho realizzato che la mia esperienza, umana e sportiva, poteva in effetti essere messa a disposizione e tornare utile al comitato. E per me può rappresentare un buon (re)inizio».

La sensazione, dall’esterno, è che il ciclismo comunque non le mancasse.

«In effetti non mi mancava, ma questa è un’opportunità che andava colta perché vorrei provare a dare una mano al mondo del ciclismo attraverso questi ragazzi. Perché trovo ci sia un’eccessiva esasperazione».

L’intervista integrale sulla Provincia di oggi

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