Pasquali: «Patti non rispettati
E io non sarò mai un signorsì»

Il rifiuto da parte del gm: «Accordo trovato su tutto ma all’atto pratico più alcun rispetto dei ruoli. Dmitry fa quello che vuole»

In agenda, quello di ieri avrebbe dovuto essere il giorno dell’annuncio da parte della Pallacanestro Cantù del “benvenuto a bordo” a Renato Pasquali nelle vesti di nuovo general manager del club biancoblù.

Ma alle intenzioni non sono seguiti i fatti. Anche perché lui, 63 primavere da festeggiare il prossimo mese e in pista ormai dagli inizi degli Anni 80, non si è solo semplicemente sfilato ma si è chiaramente e nitidamente chiamato fuori.

A raccontare com’è andata è lo stesso Pasquali. «Sono venuto una prima volta in sede a Cermenate più che altro che far conoscenza e allacciare i rapporti - spiega - dopodiché nei primi giorni di settimana scorsa sono tornato per discutere nel merito il contratto. E ci siamo lasciati trovandoci d’accordo su tutto. Facendo estrema chiarezza sulle competenze e sui rispettivi ruoli. Sono uscito soddisfatto da quell’incontro».

Cos’è dunque successo poi di così sconveniente da far saltare il banco? «Un giorno leggo sul giornale che hanno preso un giocatore, un altro giorno leggo che ne hanno preso un altro senza che io sapessi nulla. Sono stato messo di fronte al fatto compiuto e ho pensato che quello che ci eravamo detti non era più coerente con quello che stava succedendo. Da una telefonata fatta poi con Gerasimenko, Dmitry senza tanti giri di parole mi ha detto che lui fa quello che vuole perché i soldi sono i suoi e lui è il proprietario. E se va bene è così, altrimenti è ancora così. A me non stava bene, l’ho ringraziato e salutato. Tengo a precisare che ha ragione di fare quello che fa visto che i soldi li mette lui e decide di fare ciò che ritiene opportuno. Dall’altra parte, però, chi deve collaborare con lui penso abbia altrettanta libertà di decidere se accettare o meno. Perché se lui è quello che, legittimamente, prende decisioni su tutto, io che ci si sarei stato a fare visto che non mi ritengo e credo sarò mai un signorsì?».

L’intervista integrale sulla Provincia di martedì 20 giugno

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