Passini: «Niente Mondiali? Allora
stacco la spina e penso a Parigi»

La campionessa della Canottieri Moltrasio culla un sogno olimpico

L’anno scorso ha vinto il titolo europeo a Duisburg in Germania, l’unico disponibile perché il Covid 19 aveva mandato a monte il Mondiale. Ma quest’anno Arianna Passini, 20 anni, di Mandello Lario, ma in forza alla Canottieri Moltrasio, non è mancata all’appuntamento iridato, la scorsa settimana a Racice, in Repubblica Ceca, vincendo il suo primo Mondiale.

Parliamo in entrambi i casi di ori Under 23, ovvero quegli atleti che venivano chiamati Senior B, ma che comunque sono da sempre gli azzurrini nell’anticamera degli Assoluti. Entrambi i titoli, Arianna li ha vinti come capovoga del quattro di coppia pesi leggeri, una barca non olimpica, ma che per l’Italia è un fiore all’occhiello per la tradizione vincente, sia quello maschile sia quello femminile.

Quest’anno per il Mondiale erano solo in tre le barche in finale, ma ciò nulla ha tolto alla competitività di sempre, con la Germania nemica giurata dell’Italia, che ha tentato ancora di dare del filo da torcere.

«Infatti temevamo fosse più dura dell’anno scorso – spiega Arianna – perché noi siamo una barca sostanzialmente nuova, mentre le tedesche quelle dell’anno scorso. Però abbiamo preso subito la gara di petto e siamo state in testa dall’inizio alla fine, Una vittoria che ci ha fatto tutte molto felici».

Per di più in una barca per metà del lago di Como.

Mi sono trovata molto bene con tutte e tre le mie compagne, in particolare con Greta Martinelli della Tremezzina. Abbiamo fatto le selezioni assieme e ci siamo trovate in sintonia a prima vista, diventando anche amiche.

A proposito di amicizia, in due senza con Nadine Elizabeth Agyemang hai vinto tante medaglie. Si è sciolto il binomio?

Più che compagne di barca eravamo come sorelle. Anzi lo siamo ancora e ci sentiamo tutti i giorni, ma lei non se la sente più di remare dopo la disgrazia che ha colpito il fratello Marcus. Io però spero sempre che ci ripensi e torni.

Non è ora di puntare a una barca olimpica, visto che i pesi leggeri saranno anche a Parigi 2024?

Non ho mai messo da parte l’idea e spero che la federazione punti le sue carte anche sul doppio leggero femminile. Il nostro quadruplo medaglia d’oro a Racice è giovane e l’anno prossimo saremo ancora tutte in età per il Mondiale Under 23. Se sarò chiamata mi impegnerà a lavorare anche sul doppio in prospettiva delle prossime Olimpiadi.

Tokyo 2020 sta portando via tutti gli eventi per il resto di questa stagione. Obiettivi immediati?

Purtroppo sono stati annullati i Campionati del mondo assoluti di Shanghai dal 17 al 24 ottobre per la pandemia. Ci speravo tanto in questa opportunità e mi spiace molto che sia svanita. Ma per adesso non voglio pensarci e stacco la spina per un po’ di tempo, andando in vacanza al mare. Poi tornerò ad allenarmi sul lago di Pusiano, che è a metà strada tra casa mia a Mandello e la Canottieri Moltrasio. Poi si vedrà. Intanto porterò avanti i miei studi alla Bicocca, per conseguire la laurea in Giurisprudenza.

A chi dedichi il tuo primo titolo mondiale?

Innanzi tutto alle mie compagne di barca, con le quali ho condiviso gioie, fatiche, paure e speranze. Alla mia famiglia ovviamente e un ringraziamento particolare va ad Alberto Tabacco, allenatore della Moltrasio, che mi segue da quando sono entrata in canottieri e anche adesso mi dedica la sua attenzione nella preparazione tecnica. Un pensiero anche al Panathlon Como, che mi ha scelta a rappresentare tutti gli sportivi e che non mi fa mai mancare il suo sostegno.

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