Pizzul e gli esordi a Como
Addirittura due volte

La prima telecronaca a Bologna.Juventus di Coppa Italia giocata al Sinigaglia nel 1970. E anche la prima volta con gli azzurri fu nello stadio comasco

Negli Anni Settanta e Ottanta c’era una leggenda metropolitana che viaggiava tra i tifosi del Como: Bruno Pizzul fa il tifo per gli azzurri. Parliamo di Bruno Pizzul, oggi 82 anni, una delle voci iconiche della televisione italiana. Ancora oggi, sebbene abbia smesso di fare telecronache da quasi ventanni, la sua è una delle voci più imitate (per la sua cantilena gentile). Ma che c’entrava Pizzul con Como? Semplice: in quegli anni la Rai, nel tardo pomeriggio di domenica, trasmetteva due tempi del campionato di calcio: alle 18.15 un tempo registrato del campionato di B e alle 19 un tempo registrato di una gara di A. Telecronisti: Bruno Pizzul per la B e Nando Martellini per la A. Pizzul era la voce della serie cadetta e siccome il Como era spesso squadra di vertice, la Rai mandava le partite del Como. La sua gioia genuina nel commentare le reti azzurre aveva fatto percepire una simpatia per i colori lariani. Suggestione? Non solo.

Come ci ha raccontato lui stesso: «Non posso dire di essere tifoso del Como, ma posso confermare che ho sempre avuto una simpatia per quella squadra e per la città. Ho ricordi stupendi, anche personali». Il primo, il più importante, fa statistica: la prima telecronaca della sua lunga e brillante carriera la fece proprio dallo stadio Sinigaglia di Como. Anche se gli azzurri non giocavano. Era uno spareggio di Coppa Italia tra Bologna e Juventus, per decidere chi avrebbe dovuto qualificarsi alla fase successiva. Le due partite di andata e ritorno si erano chiuse 0-0 e così ci fu bisogno di una “bella” al Sinigaglia. Si giocò l’8 aprile 1970, in una giornata piovosa davanti a 15000 spettatori. Vinse il Bologna (che poi avrebbe vinto la Coppa) 1-0, gol di Perani.

«Quella fu la mia prima telecronaca. Me lo ricordo bene perché ci anche fu un problemino... Ero appena stato assunto alla Rai di Milano. La Rai mi mise a disposizione la macchina alle 10 del mattino, si giocava alle 15, ma mentre stavo per imbarcarmi mi incrociò Beppe Viola, un caro collega. Mi convinse che in mezzora si sarebbe potuta raggiungere la destinazione, che si poteva rinunciare alla macchina della Rai, e mi invitò ad andare con lui. Solo che andammo a mangiare, ce la prendemmo comoda ma soprattutto il problema fu la coda in autostrada dei tifosi juventini che stavano andando allo stadio. Arrivai un quarto d’ora dopo il fischio d’inizio. Per fortuna le partite all’epoca andavano in onda in registrazione ed ebbi modo di coprire a posteriori quel buco audio». Nel tabellino de La Provincia dell’epoca si legge: «Presente la Rai con numerose troupe, ma nulla del match in tv: che sia stato trasmesso solo per i dirigenti a circuito chiuso?». Tempo di esperimenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA