Polisportiva Manzo
«I miei figli atleti»

Allena ancora per hobby, dà una mano nello storico ristorante di famiglia (ex ritrovo di giocatori del Como) e si ritrova a capo di una... polisportiva

Allena ancora per hobby, dà una mano nello storico ristorante di famiglia (ex ritrovo di giocatori del Como) e si ritrova a capo di una... polisportiva fatta in casa. Mario Manzo non ha perso la verve di quando era terzino del Como. Anche se il calcio oggi fa solo da sfondo alla sua vita. A tenerlo arzillo, i suoi tre figli. Martina, per esempio, che ha appena smesso nel pattinaggio su ghiaccio a causa di un fastidioso guaio a una caviglia.

«È stata sfortunata - dice Mario, seduto a uno dei tavoli del ristorante -: ormai era nella lista per partecipare alle Olimpiadi, ma ha dovuto fermarsi sul più bello ed è stata una brutto botta. Per noi calciatori in ogni stagione puoi rifarti di quella precedente, ma per gli sport olimpici quel traguardo è il senso di una carriera. Per ora ha smesso del tutto, anche di allenare. Ma prima o poi ci riproverà». Poi c’è Sara, che a 11 anni va già in giro da sola (con la squadra) per partecipare ai concorsi nazionali di equitazione: «Una passione della mamma, che ha cavalcato per 23 anni. L’ha portata quasi per scherzo. dopo aver pensato ad altri sport, e si è rivelata subito a suo agio. Oh, io non è che sia contentissimo di vederla andare in giro così a 11 anni. Questo mondo va troppo in fretta, per i miei gusti».

Elena, lì accanto, storica titolare del ristorante “Le Catene” in centro, ribatte: «È la vita, bisogna dare autonomia. E poi è brava e sarebbe un peccato non assecondare il suo talento». Infine Francesco, detto Francy, che gioca a calcio, arrivato sino in Promozione e l’anno prossimo per la seconda volta sarà allenato da papà Mario: «Me lo sono portato al Bulgaro, dove alleno in Seconda categoria. Terzino come me, meno fluidificante. Problemi ad allenarlo? Al limite poteva averne lui, ma ha detto che era tutto ok, e così rieccoci insieme».

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