Presentazione Lombardia
rinviata a giovedì

E non si tratta solo di una modifica logistica. Il fatto è che c’è ancora parecchia confusione su come gestire il pubblico, per via delle norme anti Covid

La conferenza stampa di presentazione del Giro di Lombardia (in programma sabato 15) prevista in Comune lunedì mattina, è stata rinviata. Probabilmente a giovedì. E non si tratta solo di una modifica logistica. Il fatto è che c’è ancora parecchia confusione su come gestire il pubblico, per via delle norme anti Covid, e sia la Prefettura che Palazzo Cernezzi hanno voluto prendersi qualche ora in più per capire. Ieri due riunioni, una in Questura e una in Prefettura. Dove i toni sono stati tesi.

Anche perché, fatto non secondario, anzi decisivo, lunedì sera è previsto un nuovo Dpmc (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) da parte del Governo, proprio in merito di restrizioni, che potrebbe dare un nuovo indirizzo alle regole sugli assembramenti. Dunque non si vuole annunciare regole (di zone off limits, distanziamento, divieti e mascherine) che potrebbero essere superate dai fatti. Tenendo presente che le modifiche potrebbero essere più restringenti (come qualcuno pensa), o magari più elastiche. Non è detto sia una brutta notizia, anche se con il risalire dei contagi, difficile vedere aperture in tal senso.

La posizione di Prefettura e Comune di Como è dettata dalla logica, anche per dare informazioni più dettagliate possibile alla cittadinanza (e non solo ai tifosi) in merito a cosa si può fare e cosa non si può fare. Eppure il fatto che a cinque giorni dalla gara sia saltata la conferenza stampa, ha circondato la notizia di una strana agitazione e fibrillazione. Non del tutto ingiustificata. E spieghiamo perché.

Le polemiche che hanno interessato la disputa della Milano-Sanremo (si disputa oggi, ed è la gara che ha invertito la data proprio con il Lombardia), che hanno portato al cambio di percorso e, soprattutto, al divieto assoluto (e anche un po’ assurdo) di assistere alla gara, ha messo in allarme tutte le autorità politiche comasche. Che oggi guarderanno quello che succederà nella classicissima, e aspetterà di sapere se anche a Como si dovrà passare da distanziamento e mascherina, al divieto di assistere alla corsa in qualsiasi luogo. Questo problema, non facciamo finta di nulla (ed è il motivo per cui c’è tanta agitazione in merito), arriva in scia a una corsa che per via del cambiamento di data, è risultata indigesta alla città. Como si è trovata tra capo e collo una gara di così tanta importanza in una data scomoda, e ci sono tanti esponenti politici che non l’hanno mandata giù.

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