Procida-Gabrielloni, qua la maglia
Se la sono scambiata a La Provincia

Così come da promessa, i numeri 9 di Cantù e Como ospiti in redazione

«Qua la maglia, amico mio!». Gabriele Procida, guardia ala di Cantù e talento puro del basket italiano, e Alessandro Gabrielloni, bomber del Como, quinto marcatore nella storia azzurra, si sono ritrovati nella redazione de La Provincia per fare un particolare scambio di maglie.

La cosa era nata da un’intervista del calciatore in cui si era professato appassionato di basket, simpatizzante di Cantù e ammiratore di Procida con il quale tra l’altro condivide il numero 9 dietro la schiena. «Mi piacerebbe avere la sua maglia», aveva buttato là Gabrielloni. Invito subito raccolto da Procida e dalle due società che si sono prestate per organizzare l’incontro in campo neutro. Nella nostra redazione, per l’esattezza: del resto l’invito non era forse arrivato tramite un’intervista?

Eccoli, così, i due ragazzi: Gabriele Procida, primo ad arrivare, accompagnato dall’addetto alle pubbliche relazioni Alessandro Palermo e dal fotografo Walter Gorini, e Alessandro Gabrielloni dall’addetto stampa azzurro Alessandro Camagni. Due personalità diverse: riservato, molto composto quasi timido Procida, vulcanico, esplosivo, cabarettista Gabrielloni, che per l’occasione informale accentuava l’inflessione della parlata marchigiana. «Seguivo Cantù una decina di anni fa, quando c’era Trinchieri allenatore e giocava in Eurolega, e la guardavo in tv. Il basket mi fa impazzire. E questa maglia la userò per giocare nei campetti. Perché io d’estate gioco a basket, anzi gioco a tutto tranne che a calcio».

Procida, molto più composto, ha raccontato: «Sono di Lipomo, ma non sono mai stato tifoso del Como. Da bambino avevo il nonno che era juventino e mi spingeva a tifare bianconero, ma poi io scelsi l’Inter per la maglia che mi piaceva di più. Mio papà mi ha portato qualche volta a San Siro e lo ha fatto per me, perché non è tifoso».

Non ci sono dubbi sul perché Gabrielloni abbia scelto il 9: «È il numero dei bomber...», Procida invece l’ha scelto «perché ha una bella grafica, non c’è un significato particolare». Quando ha letto della richiesta di Gabrielloni si è sorpreso: «So che ha segnato un sacco di gol».

Dopo lo scambio di maglie all’aperto, i due hanno fatto un giro della redazione e hanno incontrato il direttore de La Provincia Diego Minonzio che ha fatto gli onori di casa e ha assistito alla sigla dei due autografi sulle rispettive maglie: «Cosa significa questo disegno sulla maglia di Cantù», ha chiesto Gabrielloni. «È un omaggio al famoso pizzo di Cantù», gli è stato spiegato.

Divertente poi quando Gabrielloni ha scoperto che Procida è di Lipomo, cioè del paese dove abita anche lui: «Allora verrò a cercarti per fare qualche tiro». Non potevano mancare le domande sull’attualità: «Il mio futuro? È presto per chiederselo, c’è molta incertezza nella situazione generale», ha detto Procida probabilmente riferendosi alla questione della squadra che è retrocessa in A2 ma spera di poter giocare in A1.

«La partita contro la Ternana - ha detto Gabrielloni -? Molti pensano che sia una passerella, ma la realtà è che gonuno di noi potrà essere rilassato fino al fischio d’inizio, ma poi faremo sul serio. Nessuno ci sta a perdere». E poi «Aho, me fate venì a vedere una partita de Cantù, eh?»

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