Redaelli (Libertas Cantù)
«Paghiamo errori di gioventù»

Parla il vice allenatore di Luciano Cominetti sulla panchina di serie A2

L’ennesimo «risultato negativo», ossia il 3-0 rimediato al Parini contro la Bcc Castellana Grotte, non deve demoralizzare. Ancorché «quest’anno non si sia ancora riusciti a cogliere la prima vittoria», e tralasciando l’illusione di Castellana Grotte, con vantaggio 2-0 contro la Meterdominivolley.it scivolato dalle mani al quinto e decisivo set, per Massimiliano Redaelli, vice-coach della Pool Libertas, è bene guardare avanti con relativo ottimismo.

«Di domenica – afferma – dobbiamo comunque cogliere alcuni aspetti positivi e sottolineare come forse anche la fortuna, all’inizio di questa stagione, ci abbia un po’ voltato le spalle».

Il primo set di domenica dice molto in questo senso, con un «passaggio a vuoto a metà, l’inesperienza e l’infortunio di Poey» («il secondo in un mese e mezzo», ricorda) a determinare l’1-0 iniziale. A quel punto, altri due set tirati, con quei «peccati di gioventù» a caratterizzare i momenti topici nei quali, invece, tirare fuori non solo gli artigli, ma anche la malizia.

Il terzo set, finito ai vantaggi, è lo specchio di quanto avvenuto contro la Bcc: «Quando Monguzzi usciva dal campo, eccezion fatta per il libero, giocavamo con una formazione Under 23. Questa gioventù l’abbiamo pagata nel finale del terzo, quando dopo aver annullato due match point, abbiamo avuto l’occasione di riaprire la partita e non l’abbiamo sfruttata».

Di qui in poi, ovviamente, non c’è tempo per piangersi addosso. L’A2, specie competitiva come quella 2019-2020 dopo il dimezzamento delle squadre partecipanti e la creazione dell’A3, non ammette passi falsi: ci sarà bisogno, dunque, di trovare subito la marcia giusta. Con o senza Poey, insomma, Cantù deve ripartire. « La cosa positiva è stata che a un certo punto la squadra ha fatto gruppo, si è unita, non ha mollato, ha giocato e si è vista in campo una formazione molto combattiva. Dobbiamo stare uniti e lavorare. I risultati non debbono diventare un tarlo: i giovani debbono essere motivati e spronati a capire dove sono gli errori, così da consentirne la crescita», conclude.

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