Riva: «Una realtà come Briantea84?
È una grande fortuna averla»

Parla il tecnico neo campione d’Italia di basket in carrozzina con Cantù

A poco più di una settimana dalla conquista dello scudetto (il numeto otto della storia) contro il Santo Stefano Avis Macerata, tocca all’allenatore Daniele Riva provare a stilare un primo bilancio della stagione dell’UnipolSai Briantea84.

Un’annata che ha portato nella bacheca biancoblù la Coppa Italia (settima) e il tricolore (ottavo).

Ed è proprio Riva a rappresentare al meglio lo spirito canturino, alla luce dei suoi trascorsi sia da giocatore sia da giocatore-allenatore in biancoblù.

Tra parquet e panchina Riva ha vinto con Cantù: uno scudetto, due Coppe Italia, una Brinkmann Cup e una Vergauwen Cup.

Riva, questo è il suo primo tricolore, sensazioni?

È stato la riconferma di un lavoro che paga. Ho provato a mettere la mia esperienza e il desiderio di giocare una pallacanestro diversa. Abbiamo fatto vedere sul campo qualcosa di nuovo. La più grande gioia è aver dimostrato che la Briantea84 è tanto basket.

Uno scudetto vinto con la squadra che l’ha vista protagonista anche nelle vesti di giocatore. Cosa rappresenta per lei Cantù?

Siamo fortunati ad avere una realtà come Briantea84 sul territorio. Per me, che ho la passione per la pallacanestro, Briantea84 mi ha dato la possibilità di vivere la palla a spicchi a 360 gradi, senza età. Di poter ricoprire prima il ruolo di giocatore e poi di allenatore.

Lei ha preso le redini di un gruppo che veniva da una sconfitta in finale scudetto contro Santo Stefano e un successo in Supercoppa Italiana. Comunque una squadra reduce da tanti trionfi. Cos’è cambiato da gennaio 2020 a ora?

Ho cercato di lavorare su quello che si poteva migliorare di una squadra già forte, puntando sulla maturità del gruppo. Ho provato a far crescere la squadra facendola ruotare e portando almeno due terzi dei giocatori a referto in ogni partita. L’obiettivo che mi sono prefissato era quello di rendere la Briantea84 una squadra difficile da difendere, dove chiunque può fare la differenza, anche l’ultimo giocatore che entra sul parquet.

Dalla Coppa Italia di novembre allo scudetto, com’è cresciuta la squadra in questi mesi?

C’è stata tanta consapevolezza delle forze di ciascuno, grande maturità negli allenamenti. Abbiamo affrontato Santo Stefano in finale di Coppa Italia con una squadra già rodata, l’abbiamo sfidata in finale scudetto dopo aver lavorato un’intera stagione e questo ha pagato in bene per noi.

Partita più brutta della stagione? E la più bella?

Secondo me gara uno della finale scudetto è stata sia la partita più brutta sia la più bella. Siamo arrivati al primo atto della serie che avrebbe assegnato il titolo, dopo aver lavorato tutto l’anno. La sconfitta ci ha fatto capire che dovevamo fare qualcosa di diverso, ma nel male siamo riusciti anche ad avere la sensazione che avremmo potuto essere meglio di quello che si era visto. Una sorta di sveglia. I cambiamenti avvengono nel momento in cui si prende coscienza di una realtà.

I senatori da una parte e i giovani dall’altra. Che Briantea84 sta crescendo?

Questa è una bella UnipolSai Briantea84 che sta continuando un percorso già avviato da anni, che si è riconfermata e che potrà continuare a dare soddisfazioni anche nel futuro. Ho in mente un bell’episodio dopo la finale di Coppa Italia. Allo stesso tavolo c’erano Adolfo Berdun, Jacopo Geninazzi e Lorenzo Bassoli. Esperienza e futuro tutti insieme, per me è stata una bella immagine che ancora oggi mi è rimasta impressa.

In quale giocatore si rivede di più?

Direi Jacopo Geninazzi per un discorso di ruolo. Lui è il capitano e spesso nelle squadre in cui ho giocato ho indossato la fascia. È un grande difensore e dico sempre che il migliore attacco è la difesa. Se si recupera un pallone dietro e poi si segna, è come se si fossero fatti quattro punti.

Ha già iniziato a pensare alla prossima stagione? Cosa servirà per trionfare anche in Europa?

Archiviata la vittoria dello scudetto, adesso si dovrà necessariamente pensare alla prossima stagione. Stiamo iniziando a ragionarci. Con la società sappiamo chi vogliamo continuare a essere. A oggi ci siamo riconfermati ancora una volta in Italia, siamo tra le prime squadre in Europa e dovremo continuare a crescere per raggiungere sempre più grandi obiettivi. Faremo le scelte giuste per portare avanti questa grande società.

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