Serie A: i nodi da sciogliere
Dai mancati ricavi agli stipendi restanti

In attesa che venga ufficializzata la cancellazione del campionato, i club ragionano sul futuro.

È fissato per mercoledì il nuovo appuntamento in videoconferenza tra i club di serie A impegnati nel trovare strategie comuni per gestire l’emergenza coronavirus.

È ormai pressoché certo che il campionato di serie A della stagione in corso non sarà ripreso e che dunque sarà cancellato.

Ma non sarà direttamente la Lega basket a dichiarare terminata la stagione poiché la “confindustria” dei canestri lascerà l’incombenza a un ente superiore (federazione, Coni, Governo) poiché solo così si rientrerebbe nella fattispecie prevista da un articolo del codice civile legata all’impossibilità sopravvenuta alla prestazione dalla data della conclusione dichiarata fino al 30 giugno per quanto riguarda i contratti in essere con i tesserati

Soltanto così, infatti, si creerebbero i presupposti per l’interruzione dei vincoli attualmente in essere, permettendo ai club di risparmiare qualche quattrino nel contesto di un’annata che anche sotto il profilo economico si annuncia un vero e proprio bagno di sangue.

Con il campionato virtualmente chiuso qua, le perdite delle società deriveranno innanzitutto dai mancati ricavi sia dal botteghino sia da (alcuni, diversi, molti?) sponsor, mentre resta da quantificare quanto ci sarà effettivamente ancora da versare ai tesserati in materia di salari all’indomani della sospensione dell’attività.

Tutto ciò rende assolutamente incerto il futuro di diversi club, al punto che non è possibile al momento stabilire quanti e quali tra loro saranno costretti a una sorta di autoretrocessione per la prossima stagione.

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