Sky Race, corsa tragica
«Forse è l’ora del casco»

Un incidente mortale domenica, in una gara in cui erano impegnati anche i comaschi: «Gare in maggioranza sicure, ma c’è l’imponderabile»

Quarto posto per Monia Acquistapace; nono per Luca Albini nella Mezza maratona del cielo-Sentiero 4 luglio. Quattordicesima Cristina Rizzi nella Maratona. I comaschi si sono fatti onore in una delle più importanti e storiche skyrace. Purtroppo però l’edizione 2016 è stata funestata dalla morte del cinquantaduenne bresciano Angelo Mazzelli. Il “corridore del cielo” ha perso l’equilibrio nella discesa verso passo Sellero, uno dei punti più impegnativi della gara che si svolge in Val Camonica. «Sicuramente si è trattato di una fatalità – spiega Cristina Rizzi che è passata anche per il luogo della tragedia -. Nella sky c’è sempre una percentuale di pericolo, ma gli organizzatori, soprattutto quelli delle gare storiche come il 4 luglio, fanno di tutto per garantire la sicurezza degli atleti e il rapido intervento in caso di incidente. A mio parere gli organizzatori dovrebbero rendere obbligatorio l’uso del caschetto come nel ciclismo». Ma perché rischiare la vita nelle sky? «Per la passione e la voglia di misurarsi con se stessi -conclude la comasca che a fine agosto parteciperà alla gara regina top, il trofeo Kima (53 km con 8.200 metri di dislivello positivo) -. La stessa passione dei pilota o dei discesisti». Franco Sancassani è un corridore del cielo ma anche l’organizzatore della Bellagio skyrace. «Nella stragrande maggioranza delle gare non c’è il minimo pericolo- spiega -. E anche nel 4 luglio c’è un solo punto ostico, quello del Passo Sellero. Però basta una disattenzione o un appannamento per la stanchezza, a far salire il livello d’allarme. Nella nostra gara, che si disputerà il 23 ottobre, al massimo i concorrenti possono sbucciarsi, andando a sbattere su delle piccole rocce, al Nuvolone. Ma lì abbiamo sempre pronti gli uomini del soccorso alpino».

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