Storia dei ritiri azzurri
Bormio prima volta

Una scelta inedita per il Como. Che per i suoi ritiri non ha mai frequentato Bormio,, legandosi invece storicamente alla Val Chiavenna

Una scelta inedita per il Como. Che per i suoi ritiri non ha mai frequentato Bormio, e in realtà ha frequentato poco anche la Valtellina, legandosi invece storicamente alla Val Chiavenna.

All’hotel Crimea prima, all’hotel Aurora poi. Un po’ tutte le gestioni societarie degli ultimi decenni, sino a pochissimi anni fa, hanno portato la squadra a Chiavenna. Dall’epoca della prima presidenza Beretta a quella successiva di Gattei, poi di nuovo con Beretta. Ma da Chiavenna cominciò anche l’era Preziosi, e non più tardi di sei anni fa, in occasione dell’ultimo campionato di serie B prima di questo, Porro e soci scelsero ancora Chiavenna.

In Valtellina, invece, le esperienze sinora sono state solo un paio, a Sondalo. E non si trattò, per la verità, di stagioni memorabili. In serie C nel 2010 con Oscar Brevi in panchina, e nel 2016 sempre in C con Fabio Gallo. E fu proprio durante quel ritiro che venne dichiarato il fallimento del Como, che poi giocò quasi tutta la stagione sotto la reggenza del curatore fallimentare.

Sono state tante anche le stagioni in cui si scelse di allenarsi fuori dalla Lombardia. A cominciare dalle ultime quattro ad Arona. Ma non sono state poche le puntate in Trentino. Un’idea che venne già negli anni 80, durante la gestione Gattei, quando il Como nell’86 fece il ritiro a Malles, in val Venosta. E più o meno da quelle parti Preziosi scelse di portare il Como nella sua seconda stagione, con Trainini allenatore. Ma tornò a Chiavenna l’anno dopo per spostarsi poi in val d’Aosta, a Etroubles.

Il Trentino tornò poi anche in anni recenti. Un paio d’anni con la gestione Di Bari, 2008 e 2009 a Storo e a Spiazzo Rendena, ma anche per i primi tre anni della presidenza Porro. A San Martino in Passiria la prima stagione con Paolucci e quindi i due anni con Colella a Masen di Giovo.

Ci sono state poi alcune scelte particolari, come quella di Corda nel 2008 che portò la squadra fino in Umbria, a Fratta Todina. E come non ricordare l’assurdo ritiro in Toscana, a Pontremoli, nel 2004, durato praticamente un paio di giorni, con la squadra poi costretta a tornare a casa per problemi economici, nella totale bagarre che accompagnò quel campionato di serie C dopo il passaggio da Preziosi a Dall’Oglio al gruppo di Montella e Ciccone, con il Como fallito pochi mesi dopo.

E, sempre per problemi economico-organizzativi, ci sono state anche stagioni in cui non ci si è mossi da Como. Tra l’altro, una fu proprio quella con Gattuso in panchina, nel 2005, il primo anno di serie D. Una nel 2011, quando fu Ramella a cominciare la stagione, nel campionato che portò poi al passaggio di proprietà, da Di Bari e Rivetti a Porro.

Storie passate, ora tutto sale davvero di qualità, e non solo di categoria. E non è detto che questo primo anno a Bormio non possa portare poi a una collaborazione più duratura, come peraltro si augurano anche in Valtellina. Dove i turisti comaschi abbondano, e anche questo è un punto a favore in più.

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