Treves: «Da Mayall
al Boss, che incontri»

Il musicista, oggi a Lecco con la sua band, con la quale suona da quasi cinquant’anni, ha ricevuto i complimenti di tanti grandi del blues e non solo

Non è estate senza un concerto della Treves Blues Band e anche quest’anno la longeva formazione milanese non viene meno a questo comandamento: stasera alle 21 attende i fan in piazza Garibaldi a Lecco, per un evento gratuito inserito nel cartellone della quinta edizione del Festival dei laghi lombardi, diretto da Francesco Pellicini con il patrocinio di Regione Lombardia e il sostegno delle amministrazioni locali. «È sempre un piacere ritrovarsi a suonare in una manifestazione che non è espressamente dedicata al blues – dice Fabio Treves, da quasi mezzo secolo colonna portante non solo della band che ha creato e a cui ha dato il nome, ma di tutta la scena nostrana – È segno che c’è sempre attenzione per questa musica, che non è facile ascoltare né alla radio né in televisione e che non entra nelle classifiche».

Cinquant’anni costellati di concerti, dischi, collaborazioni, incontri. L’anniversario sta per scoccare: ci sono progetti?

Anche troppi! Praticamente tutti ci stanno suggerendo cose e noi prendiamo nota. Anzi: qualche idea?

Un bel libro per raccontare una carriera e una vita straordinarie?

Mi piacerebbe scrivere soprattutto dei miei incontri, perché ho avuto modo davvero di incrociare i miei baffi o la mia armonica con tanti grandi, così tanti è impossibile elencarli.

Diciamone almeno tre, tre che sono stati davvero importanti.

Primo fra tutti John Mayall, perché è stato lui a far conoscere il blues a mezza Europa e siccome lui è il “Leone di Manchester”, a qualcuno è venuto in mente di soprannominarmi “il puma di Lambrate” che è divertente e mi piace. Poi non posso non citare B.B. King, con cui purtroppo non ho mai suonato, ma abbiamo parlato e lui era felice di sapere che dall’altra parte dell’oceano ci fosse qualcuno che cercava di percorrere le strade del blues, quelle che, in gran parte, aveva tracciato lui. Più recente l’incontro con Billy Gibbons, leggendario chitarrista degli ZZ Top, che mi ha fatto i complimenti, riempiendomi d’orgoglio.

I complimenti sono arrivati anche da Bruce Springsteen...

Adesso dovrei vantarmi e... perché no? Anzi, agli amici, scherzando, dicevo: «Lo sapete che il Boss ha chiuso un nostro concerto?».

© Riproduzione riservata

© RIPRODUZIONE RISERVATA