Uboldi: «I miei titoli da battaglia»

Parla il pilota campione italiano (sub judice) dei Prototipi

La sua concessionaria Fiat, a Lomazzo, sembra un museo di trofei. Coppe, coppette, targhe. E le tute e i caschi. In ventanni di corse, Davide Uboldi ha vinto tanto. Sei titoli italiani. L’ultimo domenica, nei Prototipi, il quarto in questa categoria. Dopo una domenica thrilling. Il successo, la sconfitta per un punto, la decisione di fare reclamo, la vettura del suo rivale Faccioni trovata irregolare. È fatta? «Credo proprio di sì. Per avere il titolo 2010 siamo andati avanti quattro anni a forza di reclami. Ma si parlava di cose difficili da appurare, misure infinitesimali di parti tecniche. Stavolta non è così. La sua testa del motore era stata toccata, ed è vietato. Punto. Lui farà controreclamo, ma non vedo cosa possa succedere». Possibile che nei Prototipi spesso finisca così, tra risse, polemiche, reclami? Mica è la prima volta. «È vero, spesso è così. La categoria tradizionalmente è ricca di sfide accese. Anche oltre la bandiera a scacchi. In fondo è il suo bello...».

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