Un anno di Gattuso
Semplicità e notti insonni

Jack è il semplificatore. Semplice nel modo di fare calcio, di rapportarsi con gli altri, di parlare con la stampa, di parlare con i giocatori

Trecentosessantacinque giorni di Gattuso. La favola dell’allenatore comasco, che rimarrà incisa nei libri di storia, compie un anno. E noi siamo pronti in queste righe a ripercorrerla. Soprattutto nelle sfumature meno note.

Gattuso aveva sostituito Banchini dopo un pareggio del Como 0-0 in casa con il Piacenza. Preso per liberare i giocatori ingolfati mentalmente (secondo la proprietà) dagli schemi del precedente allenatore e nel frattempo scegliere un sostituto. Tempo: due partite. Vittoria a Sesto e pari a Pontedera. E allora ok: avanti fino a Natale. Vittoria con la Carrarese, Grosseto e Livorno: dunque avanti così sino alla fine. Verso il miracolo della promozione in B.

Gattuso è il semplificatore. Semplice nel modo di fare calcio, di rapportarsi con gli altri, di parlare con la stampa, di parlare con i giocatori. Con lui, tutto pare uscire naturale, come toccato da una bacchetta magica. Con una macchia: il ricovero in ospedale il 29 gennaio, prima di Pistoiese-Como, per troppo stress. Ma non era frutto nè di tensione nè di preoccupazione, ma solo di troppo lavoro. Sì, Jack ha esagerato, dalla mattina alle otto sino a mezzanotte, per il suo Como, ed è andato fuori giri. Tornò nel derby a Lecco, ma non stava in piedi, troppo debilitato per allenare. Ma il derby proprio non lo si poteva saltare. Finì 4-0 per il Lecco...

Sono solo due le notti in cui Gattuso non è riuscito a prendere sonno: la notte dopo Olbia-Como 3-0 e la notte dopo Como-Alessandria della Promozione. La prima volta la squadra era sotto choc e ci fu un faccia a faccia in albergo tra Ludi e i giocatori prima, e poi solo tra calciatori. Lì sì, non fu facile. Dopo Como-Alessandria, solo troppa adrenalina: guardava il soffitto di camera e aveva ancora negli occhi e nelle orecchie i tifosi sotto la finestra della sede che facevano festa.

Da qualche settimana Gattuso veste in abito e non più in tuta. Imposizione dello sponsor? Non solo. A lui l’abito piace perché dà autorevolezza ed eleganza. Ma in assenza dell’abito societario optava per la tuta, per comodità. Solo una volta era andato in panchina casual: contro la Carrarese. Scaramanzia? Anche. Lui ripete gesti o episodi capitati prima di una vittoria.

La colonna sonora del suo anno sono stati i brani di musica italiani in cima alle hit parade. E ora ha anche altre due squadre da tifare: la Como Nuoto dove gioca il figlio (portiere) e il Casale dove gioca i fidanzato della figlia...

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