Azouz vuole diventare italiano
per evitare l'espulsione

La strategia del suo avvocato, Roberto Tropenscovino, che ha anche presentato alla Questura di Lecco la richiesta per una carta di soggiorno di cinque anni

ERBA - Far ottenere ad Azouz Marzouk la cittadinanza italiana o una carta di soggiorno per i prossimi cinque anni: è questa la strategia che l’avvocato Roberto Tropenscovino sta perseguendo per evitare che il suo assistito venga espulso dal territorio italiano.Azouz si trova agli arresti domiciliari in un appartamento a Lecco da circa sette mesi e per lui è stato prospettato un patteggiamento per la vicenda legata allo spaccio di droga in cui è coinvolto insieme al fratello e ai cugini e per la quale è stato arrestato dalla guardia di finanza di Erba il primo dicembre dell’anno scorso. «Ho parlato con il pm Massimo Astori - afferma l’avvocato lecchese Tropenscovino - e, per quanto riguarda la proposta di patteggiamento, diciamo che posso concordare sull’ipotesi di una pena residua ipotizzata di 12-13 mesi ma non condivido il fatto di averla subordinata all’espulsione del mio assistito. Che la posizione di Azouz fosse marginale nella vicenda dello spaccio di droga credo sia ormai emerso, quindi, non trovo giusto il provvedimento di espulsione contenuto nella proposta di patteggiamento. Se così fosse, allora sarebbe meglio seguire il rito abbreviato in cui potremmo giocare le nostre carte ed evitare l’allontanamento del mio assistito: Azouz ha espresso l’intenzione di restare qui, vuole seguire tutte le udienze del processo per la strage di Erba, come parte civile ha il diritto di partecipare e, in caso di espulsione, non potrebbe più esercitarlo».Le strade battute dal legale di Marzouk non sono però facili, in particolare quella dell’ottenimento della cittadinanza italiana: «Ho depositato questa richiesta un anno fa alla Questura di Como ma, mi rendo conto, che i requisiti richiesti rendono questo percorso molto difficile. Più realistico giudico l’iter per l’ottenimento della carta di soggiorno che in questi giorni ho inoltrato alla Procura di Lecco: si tratta di un permesso temporaneo della durata di 5 anni che permetterebbe ad Azouz di rimanere in Italia per tutto questo periodo e di procastinare la questione espulsione. Dopo i primi giorni in cui il suo ambientamento a Lecco era stato difficile, ora che i suoi vicini hanno avuto modo di "conoscerlo", la situazione è molto migliorata al punto che gli fanno regali e gli recapitano anche cesti con cibo e altri pensieri».
Guglielmo De Vita

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