Juncker, io non insulto euroscettici, confrontiamoci

BERLINO - "Io non insulto nessuno, e neppure gli euroscettici, ho rispetto per loro". Lo ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, parlando a Vienna, per il centenario della fondazione della Repubblica dell'Austria. "Loro pongono delle domande all'Europa e con loro bisogna dibattere, confrontarsi", ha aggiunto.

 

Juncker ha affermato di avere "comprensione" per gli euroscettici: "ci sono molte persone che non sono di principio contro l'Europa, ha spiegato, ma hanno delle legittime domande all'Europa". "Chi lavora a Bruxelles come me", ha continuato ironico, "può dare contributi massicci all'euroscetticismo". Juncker ha affermato di essere lui stesso euroscettico: se non fosse stato euroscettico, ha rimarcato, sarebbe rimasto a Lussemburgo, e non avrebbe trascorso il suo tempo a Bruxelles.

 

"L'Europa, l'Ue può essere portata avanti con successo solo se questo non avviene contro le nazioni. Io non sposo l'idea di una sostituzione delle nazioni. L'Ue non diventerà gli Stati Uniti d'Europa sul modello degli Usa", ha detto detto il presidente della Commissione europea, sottolineando che "la marcia dello stupido populismo e del nazionalismo deve essere fermata finché siamo ancora in tempo".

 

 

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