Migranti: Frontex, anche non Ue hanno compito salvataggi

BRUXELLES - Per quattro anni gli sbarchi dei migranti salvati sono avvenuti in modo "sistematico in Italia". La novità che viene introdotta dal vertice Ue con le piattaforme regionali, è che "i migranti salvati potranno essere sbarcati nel porto sicuro più vicino, quindi anche in porti non europei, secondo il principio di non respingimento. Quindi non c'è un obbligo unilaterale dei Paesi europei a compiere salvataggi, ma tutti hanno il compito di farli". Così il direttore esecutivo di Frontex Fabrice Leggeri, all'emittente francese CNews.

 

In questo modo "si rompe l'automatismo che si era consolidato: mi dichiaro in difficoltà in mare, perché i trafficanti mi hanno detto di fare così, chiamo il numero del soccorso marittimo a Roma, e vedo arrivare navi europee, che mi trasportano a 200 miglia nautiche di distanza, in Italia". Quanto emerso dal vertice significa "la fine di questo automatismo, ed è un messaggio forte per i criminali", spiega Leggeri, che avverte: "Per mettere in pratica queste conclusioni ci vuole molta determinazione, noi di Frontex ce l'abbiamo, e credo che la maggior parte degli Stati membri sia su questa linea".

 

Nelle conclusioni del vertice Ue "vedo una certa fermezza, e la fine di una certa ingenuità", ha detto Leggeri, ai microfoni di Cnews. "Per molto tempo si è guardato soprattutto all'aspetto umanitario, e non a quello dei gruppi criminali che si arricchivano su questa miseria umana, prendendo in ostaggio morale l'Europa", spiega.

 

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