Procura Ue: Bonafede, iter per selezione capo poco trasparente

BRUXELLES - "La procedura per individuare il procuratore capo europeo è alla terna finale. Ho già espresso tutte le perplessità del nostro Paese su una procedura, per un verso poco trasparente, e che ha optato per una short list di tre nomi, mentre avrebbe avuto la possibilità di indicarne cinque, da sottoporre all'attenzione del Parlamento europeo. Questo ha danneggiato l'Italia, che aveva quattro nomi su 11 nell'ultima short list. Con questo restringimento invece non è arrivato alcuno dei nostri candidati". Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, lasciando il Consiglio dell'Ue.

"Non è arrivato alla terna finale nessuno dei nostri candidati, tutti di grande peso ed autorevolezza, competenza ed esperienza. Io ho già pubblicamente manifestato tutte le mie perplessità ed il nostro Paese lo ha fatto in tutte le sedi ufficiali, chiedendo anche integrazioni di motivazioni", ha spiegato il ministro.

"La procura europea è un momento fondamentale di sviluppo della cooperazione giudiziaria a livello europeo, ma vogliamo vengano rispettate tutte le procedure e le norme che portano all'individuazione di nomi che ricoprono ruoli importanti e in questo senso abbiamo chiesto maggiore trasparenza e comunque continueremo a lavorare perché la procura europea sia un passo in avanti e non indietro", avverte Bonafede, aggiungendo: "Sotto questo punto di vista abbiamo già chiarito che abbiamo diverse perplessità, visto questo primo passo iniziale, su un eventuale passo successivo, per esempio, per la lotta al terrorismo, su cui la magistratura italiana ha una competenza altissima".

"Siamo in attesa di vedere gli sviluppi, ma l'Europa è ben consapevole delle perplessità, senza entrare nel merito della valutazione dei tre curricula selezionati" (nella rosa finale sono entrati una romena, una tedesca e un francese, ndr). "Avremmo preferito ci fosse stata una rosa più ampia ed una maggiore trasparenza nella selezione", conclude.

 

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