Tajani, il Parlamento Ue in prima linea contro l'antisemitismo

Oggi assistiamo a molte forme di antisemitismo, silenziose e non. Il Parlamento europeo continuerà a vigilare per fermarle". Lo ha detto il presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani, ricevendo a Bruxelles il premio Lord Jakobovits.

BRUXELLES - "Oggi assistiamo a molte forme di antisemitismo, silenziose e non. Il Parlamento europeo continuerà a vigilare per fermarle". Lo ha detto il presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani, ricevendo alla Grande sinagoga dell'Europa di Bruxelles il premio Lord Jakobovits, riconoscimento dell'Ebraismo europeo, per il suo contributo al dialogo interreligioso e alla lotta contro l'antisemitismo con la direttiva approvata nel 2017 sul tema.

 

"Ieri - ha aggiunto Tajani - abbiamo incontrato il capo di Facebook Zuckerberg. Gli abbiamo chiesto di impegnarsi contro il razzismo e l'antisemitismo e abbiamo ricevuto un impegno formale".

"L'Europa non sarebbe l'Europa senza Ebraismo", ha proseguito, sottolineando che "l'Europa non è basata su una apatia tecnocratica, ma è un programma politico" basato "sulla tolleranza e la centralità della persona".

 


Assieme a Tajani, ha ricevuto il premio anche il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans. "Rifiuto di accettare che essere critici con Israele sia automaticamente classificato come antisemitismo. Ma rifiuto anche l'antisemitismo quando si nasconde dietro la critica a Israele, che forse è anche peggio", ha sottolineato parlando di pericolo costante di un risveglio dell'antisemitismo, del razzismo e della violenza. "L'Europa - ha concluso - non può esistere senza una comunità ebraica che si senta sicura tra noi".

 

 

Dal 2012 il premio Lord Jakobovits è assegnato a personalità europee che si sono distinte per il loro impegno a promuovere la tolleranza tra le comunità religiose in Europa e a lottare contro l'antisemitismo. Questo premio è già stato assegnato a Jerzy Buzek, presidente del Parlamento europeo, ad Angela Merkel, cancelliere della Germania, e a Felipe VI, re di Spagna. 

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