Giustizia/ Vigilia tesa, oggi incontro Fini-Berlusconi su scudo

Giustizia/ Vigilia tesa, oggi incontro Fini-Berlusconi su scudo Premier in pressing, vuole andare alla conta in Parlamento

Roma, 10 nov. (Apcom) - Un clima che nel migliori dei casi definiscono "delicato", ma i più "teso". Questa mattina di buon ora il premier, Silvio Berlusconi, e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, si ritroveranno faccia a faccia a Montecitorio per affrontare l'argomento che più di ogni altro sta a cuore al Cavaliere: trovare uno 'scudo' per i suoi processi. Un incontro che precede quello a tre che i due fondatori del Pdl dovrebbero avere con Umberto Bossi, forse mercoledì.Per la verità, ad arrivare ad un'intesa ci stanno provando sia Berlusconi che Fini, ma magari il primo guarda più al merito, il secondo più al metodo. Il presidente del Consiglio va ripetendo che consentirgli di governare al riparo "dagli attacchi giudiziari dei pm rossi" è doveroso per "rispetto della volontà popolare che lo ha eletto". Berlusconi vuole andare alla conta.Forse non si tratterà proprio di un 'atto notarile': la strada potrebbe essere quella di far sottoscrivere lo 'scudo' (l'iter dovrebbe partire dal Senato) da tutti i parlamentari e non solo dai capigruppo. Il premier - viene spiegato - ha accettato che il provvedimento sia fatto "alla luce del sole" in Parlamento e che non sia un testo governativo, ma "deve essere un atto di tutto il partito - avrebbe ragionato - su cui si deve misurare la compattezza della maggioranza, senza eccezioni".Fini condivide che il premier debba poter governare nel rispetto del voto degli italiani, però ha affidato alla presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno il compito di 'controllare' le proposte che via via l'avvocato Niccolò Ghedini ha elaborato, per evitare che per annullare i processi del premier si annullino anche quelli di un cittadino che, come ha detto ieri, "ha anche già pagato l'avvocato". Le strade restano sostanzialmente due: una istituisce una sorta di processo 'a tempo' e stabilisce che ciascuna fase non possa durare più di due anni, per un totale di sei, altrimenti scatterà la prescrizione.La seconda strada è quella che stabilisce il taglio di un quarto dei termini della prescrizione effettiva.Sulla prima ipotesi ci sarebbe un'apertura del presidente della Camera che non a caso ieri ha sottolineato che si può discutere "di ciò che nella giustizia non va, compresa l'abnorme lunghezza dei processi". Al premier però piace più la seconda opzione, in virtù della quale il processo Mills sarebbe già prescritto.Bac/Reanov 09

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