Clima/ Obama e la Cina rilanciano il "piano B" per Copenaghen

Clima/ Obama e la Cina rilanciano il "piano B" per Copenaghen La Cina costruirà negli Usa impianto eolico da 1.100 megawatts

New York, 17 nov. (Apcom) - Alla fine il "piano B" di Copenaghen potrebbe non essere nella risoluzione formale che molti temono sarà un 'flop' dopo l'annuncio del impossibilità di giungere a dei vincoli concreti sulle emissioni. A rilanciare le speranze di un accordo sono stati Barack Obama e il presidente cinese Hu Jintao, che hanno chiesto di arrivare a un'intesa fattuale che non si tramuti una dichiarazione d'intenti ma che abbia effetti immediati. La mossa segue la delusione dei giorni scorsi quando i due leader, le cui nazioni rappresentano da sole oltre il 41% delle emissioni di Co2 prodotte dall'uomo, avevano detto che i tempi per arrivare a un trattato oramai erano saltati.Nel fine settimana il premier danese Lars Rasmussen era corso nottetempo a Singapore per rilanciare una strategia "di riserva" che non facesse del tutto tramontare le speranze dell'incontro che inizierà in Danimarca il prossimo 8 dicembre. Il piano includerebbe degli obiettivi sulla riduzione dei gas inquinanti da parte delle economie sviluppate e cospicui finanziamenti economici ai Paesi in via di sviluppo (Pvs) per concentrarsi sulle fonti energetiche alternative a quelle fossili. I Pvs, che da anni contestano l'imposizione di un tetto all'inquinamento senza un impegno proporzionale da parte dell'occidente, non avrebbero per ora dei vincoli veri e propri, che saranno così discussi nei prossimi mesi (o anni, secondo alcuni), in vista dell'incontro di Città del Messico del dicembre 2010.Una mossa che darebbe a Usa e Cina il tempo per approvare neirispettivi ordinamenti le leggi su un limite alle emissioni,senza le quali i due governi avrebbero poca credibilità nelsiglare un trattato internazionale. La dichiarazione odierna diObama e Hu era in parte attesa per salvare la faccia dopo averaffossato l'ipotesi di un trattato, chiesto dalla maggior partedei leader stranieri. Parallelamente i due Paesi hannoannunciato, come previsto, un programma di cooperazione sullenuove tecnologie energetiche.Il lavoro riguarderà in particolare lo sviluppo del cosiddetto"carbone pulito", ovvero dei sistemi CCS (Carbon Capture andStorage) che consentono di "imprigionare" la Co2 prima che escadalle ciminiere delle fabbriche. Un sistema molto contestatodagli ambientalisti e su cui gli scienziati avanzano dubbi daanni sostenendo che non esistano risultati efficaci su largascala. Ma la strategia consente di non rinunciare, almeno per ilmomento, agli impianti a carbone su cui poggiano sia l'economiacinese che quella americana. Il forte legame tra i due Paesi inmateria energetica è dimostrato anche dall'annuncio che lasocietà cinese A-Power costruirà negli Stati Uniti unmastodontico impianto eolico, da 1.100 megawatts all'anno,sfruttando la manodopera e la tecnologia americana. La Cina hagià in programma in Texas una centrale eolica tra le più grandial mondo.

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