Islam/ Farefuturo: La Lega strumentalizza il Tricolore e la fede

Islam/ Farefuturo: La Lega strumentalizza il Tricolore e la fede La Fondazione di Fini: L'Italia non è la Svizzera

Roma, 30 nov. (Apcom) - "Che la Lega parli del tricolore in chiave positiva è di per sé una notizia. Ma basta poco per capire il trucco e per comprendere che si tratta in fondo della solita provocazione" . Lo si legge in un articolo di Ffwebamgazine l periodico online della Fondazione Farefuturo, presieduta da Gianfranco Fini - sull`idea del Carroccio di mettere il crocifisso nella bandiera italiana in nome di un`identità che sarebbe direttamente proporzionale al rifiuto di un minareto. «"Esempio Svizzera", spiegano. Al di là della bizzarria - il contesto in cui è nato il tricolore non brillava certo per ortodossia cattolica ma era impregnato proprio di quella cultura massonica così invisa a Roberto Castelli - il referendum in Svizzera va preso per quello che è: la paura di un paese che pian piano sta perdendo il suo antico prestigio e che per questo si difende. Rispetto all`Italia è diverso il contesto, sono diversi gli equilibri, è diversa la posta in palio».«Quello per cui esulta il Carroccio - continua l`articolo - non è tanto il risultato in sé, ma la scusa per lanciare un segnale politico. La strumentalizzazione a uso interno della vicenda, ad esempio, sarebbe contro un presunto "partito" filo islamico all`interno della maggioranza di governo. E ciò perché nel Pdl una discussione matura sull`integrazione e la cittadinanza degli extracomunitari è in atto come accade nei partiti postideologici. Insomma, così come per le ronde, una certa condotta politica della Lega continua a essere più strumento di propaganda e di rissa interna che strumento di governo della cosa pubblica. Con l'andare del tempo, però, questa rischia di assumere i contorni di una visione paranoica della politica. Della quale è probabile che anche gli elettori del Carroccio finiranno per stancarsi».«Ma la cosa più singolare - si legge nel pezzo - è l`utilizzo strumentale della fede religiosa nel campo politico. Era stato già evidente con l`idea malsana di utilizzare un presunto "spirito del Natale" come giustificazione per espellere dalle proprie case gli immigrati irregolari, come nel caso di Coccaglio. Una commistione sgangherata tra fede e politica che ha costretto la Chiesa a esprimersi in modo inequivocabile sul concetto di accoglienza. E che non sembra per niente un modo di rispondere all`estremismo islamista. Perché agendo così il Carroccio, in fondo, si pone sullo stesso piano di ciò che rimprovera all`Islam: il fatto di non prevedere una scissione netta tra fatto religioso e fatto politico».«Ecco, il senso della croce nel tricolore - conclude il magazine - sarebbe una forzatura e un segnale distorto, inammissibile per un grande paese come l`Italia. Un non senso pericoloso perché rischia di far passare un messaggio di chiusura che non riguarda più la legalità e la sicurezza (concetti che non sono minimamente in discussione) ma proprio la realtà etnico-religiosa degli islamici. Una deriva che dai cattolici (quelli che indossano l`abito talare, per intenderci) è stata definita «un duro colpo a libertà religiosa e integrazione», come ha spiegato il segretario dei vescovi svizzeri. Non è un caso che le gerarchie cattoliche sempre più spesso stigmatizzino tali affermazioni: proprio perché la Santa sede comprende la pericolosità di questo tipo di messaggi. Altro che difesa delle radici cristiane allora. Altro che identità nazionale. Quella che dimostra il Carroccio, sia per ciò che riguarda il tricolore sia per la croce, sembra essere piuttosto "mala fede"».

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