Mauritania/ Coppia italiana rapita, forse in mano ad Al Qaida

Mauritania/ Coppia italiana rapita, forse in mano ad Al Qaida Appello figlia a Frattini; Farnesina attiva canali diplomatici

Roma, 20 dic. (Apcom) - Si chiama Sergio Cicala l'italiano rapito insieme a sua moglie in Mauritania. Lo ha detto dai microfoni del Tg2 la figlia Alexia segnalando di aver avuto conferma del rapimento dall'Unità di crisi della Farnesina solo "dopo numerose insistenze". La ragazza ha poi lanciato un appello al ministro degli Esteri Frattini affinchè "avvi urgentemente i contatti con i sequestratori" e per avere notizie sulle condizioni del padre e di sua moglie.Cicala si trovava in Mauritania per accompagnare la moglie in Burkina Faso, suo Paese natale, a trovare il figlio di dodici anni ha poi detto la figlia un intervento telefonico a Sky Tg24.So che sono stati sequestrati, anche se non si sa in realtà da chi", ha affermato Alexia Cicala al telefono, "Voglio fare un appello al ministro degli Esteri Frattini, affinchè possa avviare urgentemente i contatti con i sequestratori per sapere le condizioni di salute di mio padre e di sua moglie. E Ci tengo a precisare che andava lì, che la sua meta era il Burkina Faso, perchè accompagnava la moglie a trovare il figlio, non era un viaggio di turismo o piacere", ha proseguito la figlia dell'ostaggio, "Accompagnava la moglie perchè lì in Burkina Faso ha un figlio di dodici anni".Poi, tra le lacrime, il nuovo appello al ministro degli Esteri. "Per tanto, onorevole Frattini, la prego di avviare urgentemente i contatti con i sequestratori, soprattutto sapere le condizioni di salute di mio padre", ha affermato Alexia Cicala, "Io non ho notizie da mercoledì sera, erano in Marocco e poi proseguivano per la Mauritania. Faccio un appello al ministro Frattini affinchè possa aiutarmi, possa avviare urgentemente le ricerche, parlare e contattare i sequestratori, sapere che fine hanno fatto mio padre e la moglie. Lui è una persona comunque anziana, per favore, onorevole Frattini...".L'uomo di 65 anni e la moglie 39enne sono stati rapiti venerdì sera in Mauritania, mentre in auto percorrevano la strada che unisce la città di Kobeny (a circa mille chilometri a sud-est della capitale Nouakchott) al vicino Mali. Dietro il loro rapimento, secondo fonti di sicurezza locali mauritane citate da El Mundo, ci sono indizi che portano alla rete terroristica di Al Qaida nel Maghreb islamico. Si tratta della stessa organizzazione che avrebbe rivendicato, sempre nel Paese dell'Africa nord-occidentale, il rapimento di tre cooperanti spagnoli a fine novembre.Secondo quanto riferito da fonti mauritane alla France Presse gli ostaggi italiani sarebbero stati sequestrati da uomini armati verso le 23 di venerdì. Il loro fuoristrada, o un "minibus" secondo altre fonti, sarebbe stato ritrovato vuoto e abbandonato a bordo strada a circa 20 chilometri dalla frontiera con il Mali. Sulla carrozzeria i segni di colpi di arma da fuoco e poi le ruote bucate. A Bamako, una fonte diplomatica ha detto ad Afp, ha precisato che il veicolo, i loro beni e oggetti di valore sono stati ritrovati sul luogo del rapimento".L'Unità di Crisi della Farnesina, in raccordo con l'ambasciata d'Italia a Dakar e le autorità mauritane, "sta seguendo con il consueto impegno il caso del rapimento dei due connazionali in Mauritania" e ha "immediatamente attivati tutti i canali sul piano politico e quello diplomatico". E' quanto si apprende in una nota del ministero degli Esteri nella quale "Si esprime l'auspicio, in considerazione della delicatezza della questione, che ci si attenga al massimo possibile riserbo mediatico per assicurare l`incolumità dei rapiti e favorire l`esito positivo della vicenda".In precedenza, in un'intervista a RaiNews 24, lo stesso portavoce del ministero degli Esteri aveva spiegato la necessità di mantenere il massimo riserbo sul sequestro. Trattandosi di italiani e di vite di nostri connazionali, indichiamo l'esigenza sin da adesso di mantenere il massimo riserbo. Sappiamo benissimo che al Qaida è attiva nel Paese, in quelle zone c'è stato anche il rapimento di tre spagnoli", , aveva detto Maurizio Massari, "Non abbiamo ancora la certezza che si tratti di un rapimento legato ad al Qaida, in ogni caso la nostra linea come sapete,la linea del governo è di non trattare con i terroristi. Naturalmente lavoreremo, e stiamo già lavorando, in stretto raccordo con le autorità del governo mauritano per cercare di sbloccare la situazione".Questo rapimento avviene a quasi tre settimane dal sequestro di tre operatori spagnoli in Mauritania. Secondo le autorità spagnole i connazionali che lavoravano per l'ong "Barcelona Acciò Solidaria", potrebbero essere stati prelevati dal braccio maghrebino di Al Qaida. Il gruppo terroristico è attivo soprattutto in Algeria, ma si teme che abbia attraversato i confini delle regioni desertiche per portare la sua violenza nel resto dell'Africa nord-occidentale. Oltre ai tre spagnoli rapiti il 29 novembre nel paese africano, nelle mani di Al Qaida nel Maghreb c'è anche un francese, catturato il 26 novembre nalla città del Mali Menaka (nel nord). Gli ostaggi si troverebbero in una zona del Sahara situata alla frontiera tra il Mali e l'Algeria, secondo fonti di sicurezza del Mali.

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