Ue/ Consiglio taglia aumenti stipendi funzionari

Ue/ Consiglio taglia aumenti stipendi funzionari Scontro con Commissione, Barroso proporrà ricorso in Corte Ue

Bruxelles, 23 dic. (Apcom) - Il Consiglio Ue ha approvato formalmente, oggi a Bruxelles, un aumento dell'1,85% degli stipendi dei circa 50mila funzionari delle istituzioni europee, con effetto retroattivo al 1 luglio 2009, dimezzando l'incremento che era stato proposto dalla Commissione europea (3,7%) e andando così allo scontro con l'Esecutivo comunitario. Il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, e il responsabile del Bilancio, Siim Kallas, proporranno al Collegio dei commissari, nella sua prossima riunione del 6 gennaio, di lanciare un ricorso in Corte europea di giustizia per l'annullamento della decisione del Consiglio, hanno annunciato oggi i portavoce dell'Esecutivo Ue.Il ricorso sarà fondato, hanno detto i portavoce, sull'articolo 263 del Trattato Ue. La Commissione ha sempre sostenuto che l'aumento degli stipendi dei funzionari è richiesto da un regolamento in vigore, approvato dallo stesso Consiglio Ue.Il regolamento determina le percentuali di incremento delle remunerazioni mediante un sistema di indicizzazione basato sugli stipendi dei funzionari pubblici in otto Stati membri (Belgio, Germania, Francia, Lussemburgo, Olanda, Regno Unito, Spagna e Italia) e su un indice speciale del costo della vita a Bruxelles. Secondo l'Esecutivo comunitario, dunque, non c'era alcun margine per proporre una percentuale di aumento salariale diversa dal 3,7%, basato su semplici calcoli matematici e dunque pressoché automatica.I rappresentanti dei governi dei Ventisette, tuttavia, hanno deciso di modificare la proposta originaria della Commissione, e all'unanimità hanno sottoposto al Consiglio la settimana scorsa la decisione poi adottata oggi. Nelle ultime settimane, una buona parte della stampa europea, scandalizzata del fatto che in tempi di crisi e con l'inflazione pressoché ferma si aumentino le già alte remunerazioni dei funzionari comunitari, aveva fatto pressioni sui governi, affinché bocciassero la proposta della Commissione.

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