Riforme/Calderoli lancia Convenzione costituzionale, gelo dal Pdl

Riforme/Calderoli lancia Convenzione costituzionale, gelo dal Pdl E Chiti (Pd): "Errore discutere di strumenti prima del che fare"

Roma, 30 dic. (Apcom) - Per fare le riforme bisogna mettersi d'accordo sul come farle: è questo il primo ostacolo con il quale devono fare i conti le forze politiche, come dimostra il dibattito acceso oggi dalla proposta di Roberto Calderoli, ministro e coordinatore leghista, di una 'Convenzione' per cambiare la Costituzione. Proposta bocciata a più voci dal Popolo della Libertà.Dobbiamo dircelo: le riforme, così, non le faremo mai. Ci stiamo prendendo per i fondelli", avverte senza usare mezze misure Calderoli in un'intervista al Corriere della sera. Secondo Calderoli la Convenzione dovrebbe essere composta "da 25 membri della prima commissione della Camera e altrettanti dal Senato, da 5 presidenti di Regione, da 3 esponenti indicati dall'Anci e da 2 dell'Upi. E poi, 3 membri indicati dal governo e 2 dal Capo dello Stato. Infine, dai presidenti emeriti della Repubblica e dai presidenti di Consulta, Corte dei conti e Cnl. Anche se il diritto di voto lo avrebbero solo gli eletti". E l'organismo escogitato dall'esponente del Carroccio dovrebbe occuparsi di "tutti i problemi" pendenti.La prima bocciatura arriva da Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori del Pdl: "Per riformare e modernizzare le nostre istituzioni - commenta - non c'è bisogno di riproporre organismi costituenti caratteristici dei periodi di fine regime".Freddo anche Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce di Silvio Berlusconi: "Il percorso ottimale per le riforme - dice - è il Parlamento, luogo deputato alla discussione, strada maestra, regina di tutte le vie. Tutte le altre non sono scorciatoie ma 'allungatoie' che prolungherebbero i tempi". Bonaiuti non manca di precisare che il Pdl intende andare avanti anche sulla giustizia, con le proposte di legge sul processo breve, il legittimo impedimento e con il lodo Alfano per via costituzionale. Dal Pd prende posizione Vannino Chiti, vicepresidente del Senato: "Al di là delle intenzioni, che possono essere le migliori, nel dibattito sulle riforme si rischia - ammonisce - di fare un grosso errore: discutere degli strumenti prima di chiarire che fare".

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