Calcio/ Caos a Genova, follia ultras sequestra Italia-Serbia

Calcio/ Caos a Genova, follia ultras sequestra Italia-Serbia Partita sospesa dopo solo 7 minuti

Roma, 13 ott. (Apcom) - Un capo tifoso con il volto coperto da un passamontagna si arrampica su una grata, tira fuori dalle tasche un temperino e in pochi secondi fa a brandelli una rete protettiva. Dietro di lui un altro tifoso esulta svuotando in aria un estintore preso chissà dove, mentre altri approfittano del varco appena aperto scagliando verso il terreno e le altre tribune del Ferraris bengala e petardi. Prima del calcio d'inizio di un match durato appena sette minuti, e che si concluderà sulle scrivanie della disciplinare Uefa con la vittoria a tavolino per l'Italia, di fronte al settore che tiene in ostaggio uno stadio intero si recano due processioni. Una è quella inerme delle poche decine di agenti in tenuta antisommossa, ovviamente immobili di fronte ad un muro di 2.000 persone. L'altra è quella dei calciatori della nazionale serba, che ai loro sostenitori riservano un applauso e un gesto, quello del numero tre, subito letto più come un riferimento alla simbologia della Grande Serbia che all'esito scontato del 3-0 a tavolino, la prima selle sanzioni a cui va incontro la federazione di Belgrado. "Non li abbiamo applauditi, li abbiamo calmati", ha spiegato subito dopo l'interista Dejan Stankovic.Italia-Serbia è finita così ieri sera: senza mai iniziare, scalzata da una dimostrazione di come il calcio e il tifo possano diventare strumento della politica. In questo caso di una fazione ultranazionalista. (Segue)

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