Made in Italy, France o China? Tutti "obsoleti" secondo il Wto

Made in Italy, France o China? Tutti "obsoleti" secondo il Wto Secondo Lamy ormai ci sta il "Made in the World" nell'industria

Roma, 15 ott. (Apcom) - Sigle come "Made in Italy", in France o in China sono qualcosa di obsoleto: come lo sono tutte le sigle tradizionali sui paesi di fabbricazione di un bene dell'industria. Questo è il parere di Pascal Lamy, il direttore dell'Organizzazione mondiale del commercio che oggi è intervenuto di fronte al Senato Francese. Secondo Lamy ormai "sempre più prodotti sono 'Made in the World'", o fabbricati nel mondo. Magari assemblati in un paese, ma sulla base di un progetto disegnato in un altro Stato e quindi non ha più gran ché senso, secondo Lamy, impuntarsi sul luogo di fabbricazione. Questi beni vengono ormai sfornati da "catene produttive globali"."Il concetto di paesi di origine è diventato gradualmente obsoleto sui beni del manifatturiero - ha detto, secondo quanto riporta un comunicato del Wto - mentre diverse operazioni, dal design del prodotto alla fabbricazione delle componenti, all'assemblaggio e al marketing si sono sparpagliate nel mondo, creando catene produttive globali. Ai giorni nostri sempre più prodotti sono 'Made in the World', piuttosto che "Made in the UK' o 'Made in France'". E ovviamente questo vale anche per il "Made in China", su cui il direttore del Wto ha citato l'esempio dell'iPod. Il popolare lettore musicale di Apple viene sì fabbricato in Cina, ma buona parte del suo valore aggiunto proviene dagli Usa e da altri paesi.

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